Fonte: http://www.internazionale.it/quello-che-internet-ci-nasconde/
Se due persone fanno la stessa ricerca con Google ottengono risultati diversi. In rete vediamo solo informazioni selezionate in base ai nostri interessi e orientamenti.
venerdì, luglio 01, 2011
martedì, giugno 28, 2011
Interrogazione parlamentare 4/00932 del 5/8/2008
Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=3346&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+SCRITTA%27
ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00932
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 48 del 05/08/2008
Firmatari
Primo firmatario: MECACCI MATTEO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/08/2008
Destinatari
Ministero destinatario:
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 05/08/2008
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Stato iter:
CONCLUSO il 05/07/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 05/07/2010
COSENTINO NICOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ECONOMIA E FINANZE
Fasi iter:
SOLLECITO IL 05/03/2009
SOLLECITO IL 03/04/2009
SOLLECITO IL 29/04/2009
SOLLECITO IL 09/07/2009
SOLLECITO IL 08/10/2009
SOLLECITO IL 08/02/2010
SOLLECITO IL 03/03/2010
SOLLECITO IL 23/03/2010
SOLLECITO IL 12/04/2010
RISPOSTA PUBBLICATA IL 05/07/2010
CONCLUSO IL 05/07/2010
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-00932
presentata daInterrogazione a risposta scritta 4-00932
MATTEO MECACCI
martedì 5 agosto 2008, seduta n.048
martedì 5 agosto 2008, seduta n.048
MECACCI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:nell'autunno del 2002 il ministro interrogato propose di sostituire le monete da uno e due euro con banconote dello stesso taglio, per combattere l'inflazione o, più precisamente, per attribuire il corretto valore di scambio alle monete in questione;
la risposta dell'ex governatore della BCE (Banca Centrale Europea) Duisenberg arrivò, pubblicamente, in ottobre, riportata da numerose testate giornalistiche, del seguente tenore: «Ne abbiamo parlato e in linea di principio non abbiamo nulla in contrario. Mi auguro che il Ministro Tremonti sia consapevole che così perderebbe i proventi del diritto di signoraggio sulle monete»;
sono trascorsi quasi sei anni dalla proposta del ministro interrogato ma, nel frattempo, numerosi quesiti sulle procedure relative alla emissione della moneta hanno fortemente interessato numerosissimi utenti della rete internet, ed anche quest'Aula parlamentare, senza che la questione abbia trovato analoga attenzione sui media di massa;
l'ex Governatore della BCE, Duisenberg, si riferì esplicitamente alla perdita dei diritti di signoraggio;
storicamente, questi diritti, sono stati iscritti nei bilanci della Banca d'Italia prima della volontaria devoluzione della prerogativa sovrana alla BCE;
in seguito alla sottoscrizione del trattato di Maastricht, attualmente essi sono riportati sotto la voce «proventi da signoraggio» del bilancio della BCE;
dalla lettura dei suddetti bilanci si deduce che i diritti di signoraggio rappresentano gli interessi sui titoli del debito pubblico che ogni anno la BCE riscuote, poiché gli stessi sono detenuti nel suo patrimonio;
buona parte di questi interessi tornano alle Banche centrali dei Paesi dell'Unione Europea che detengono quote proprietarie della BCE stessa -:
se al ministro risulti - poiché il diritto di signoraggio relativo all'emissione di monete metalliche è distinto da quello relativo all'emissione di cartamoneta a causa della inesistenza di un nesso tra l'emissione di moneta e l'interesse proveniente dal possesso di titoli del debito pubblico, essendo le monete in proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze e non utilizzate per acquistare alcun titolo del debito pubblico - a quale particolare genere di signoraggio l'ex Governatore della BCE, Duisenberg, si riferisse;
se al ministro risulti se il Governatore si riferisse, specificatamente, al signoraggio sull'intero valore nominale delle monete, dedotti i costi di produzione;
a chi si trasferirebbero i diritti di signoraggio, in seguito alla eventuale ed ipotizzata trasformazione delle monete da uno e due euro in banconote dello stesso valore nominale;
se, poiché il signoraggio sulle monete metalliche prodotte dallo Stato è attribuito allo Stato emittente, il signoraggio sulle banconote prodotte dalla BCE sia attribuito alla stessa BCE;
se esistano atti o fatti giuridici che trasferiscano il diritto di signoraggio, astrattamente inseribile nel bilancio dello Stato come utile, concorrendo alla diminuzione del debito pubblico, ad altri soggetti giuridici.(4-00932)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata lunedì 5 luglio 2010
nell'allegato B della seduta n. 347
All'Interrogazione 4-00932 presentata da
MATTEO MECACCI
Risposta scritta pubblicata lunedì 5 luglio 2010
nell'allegato B della seduta n. 347
All'Interrogazione 4-00932 presentata da
MATTEO MECACCI
Risposta. - Si risponde all'interrogazione in esame, con la quale vengono posti quesiti in ordine al diritto di signoraggio sulle monete metalliche.
Al riguardo, sentita la segreteria del Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio, si fa presente che, ai sensi dell'articolo 106, comma 1, del Trattato CE e dell'articolo 16 dello statuto del Sistema europeo di banche centrali (Sebc), il consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote all'interno della Comunità da parte della Bce e delle Banche centrali nazionali (Bcn).
Con decisione ECB/2001/15, il Consiglio direttivo, dando concreta attuazione a tali disposizioni, ha stabilito un preciso schema di ripartizione delle banconote in euro emesse dall'Eurosistema in base al quale alla Bce è attribuita, in via convenzionale, una quota fissa dell'8 per cento della circolazione, mentre il restante 92 per cento viene ripartito fra le Bcn, in proporzione alle rispettive quote di partecipazione al capitale della Bce (capital key).
In contropartita della quota di circolazione ad essa assegnata, la Banca centrale europea iscrive nel proprio bilancio un credito di pari importo verso le Banche centrali nazionali, remunerato al tasso marginale delle operazioni di rifinanziamento principale. Tale remunerazione costituisce il reddito da signoraggio della Bce; quest'ultimo (decisione ECB/2005/11) è ridistribuito alle Bcn in proporzione al rispettivo capital key, a meno che il Consiglio direttivo decida di trattenere il relativo ammontare (in tutto o in parte) a causa di:
a) una perdita d'esercizio della Banca centrale europea o un utile netto inferiore all'importo del signoraggio;
b) una assegnazione al Fondo di accantonamento a fronte dei rischi di cambio, di tasso di interesse e di prezzo sull'oro.
Il reddito da signoraggio percepito dalle Banche centrali nazionali sul restante 92 per cento delle banconote in circolazione contribuisce alla formazione del reddito monetario, disciplinato dall'articolo 32 dello statuto del Sebc che prevede, ai fini della relativa ripartizione tra le Bcn, un processo di accentramento e successiva redistribuzione in base al capital key. In coerenza con gli indirizzi contenuti nell'articolo 32, la Bce ha adottato la decisione ECB/2001/16 (successivamente modificata dalle decisioni ECB/2003/22, ECB/2006/7 e ECB/2007/15), con la quale ha definito in dettaglio la metodologia per il calcolo e la redistribuzione del reddito monetario.
Con specifico riferimento ai quesiti sulle monete metalliche, si precisa che l'articolo 106, comma 2, del Trattato CE, attribuisce agli Stati membri, previa autorizzazione da parte della Bce, il potere di coniare monete; conseguentemente i benefici economici derivanti da tale funzione restano diretto appannaggio degli Stati stessi.
Pertanto, nell'eventuale ipotesi di sostituzione delle monete da uno e due euro, le nuove banconote di pari taglio entrerebbero a far parte della circolazione e sarebbero oggetto del citato meccanismo di redistribuzione tra la Bce e le Bcn. Di conseguenza i relativi benefici economici, in termini di signoraggio, passerebbero dagli Stati membri all'Eurosistema.
Il Sottosegretario di Stato per l'economia e per le finanze: Nicola Cosentino.
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
Banca centrale europea, emissione di valori, emissione monetaria, euro, Istituto monetario europeo, moneta
lunedì, giugno 27, 2011
El Problema es el Sistema!
Tratto da http://www.megachipdue.info/tematiche/beni-comuni/6391-operazione-militare-ad-alta-velocita.html
di Felice Fortunaci – Megachip.
Qua e là ci sono già stati contatti fisici. L’impostazione pacifica del presidio NoTAV aiuta ad evitare il peggio, ma il volto dello Stato si presenta con molta violenza. La profezia di Piero Fassino, che preconizzava lo sfondamento delle difese territoriali con tutti i mezzi, per il momento si adempie. I grandi interessi che stanno dietro questa Grande Opera inutile, dispendiosa e devastante, hanno referenti bipartisan e sperano di poter avviare i lavori. Possiamo fare anche noi una profezia: come per il nucleare, la follia di questo progetto sarà rigettata.
_____________________
clicca:
Hanno attaccato.
Hanno deciso di usare la forza contro la protesta pacifica e democratica dei NOTAV in Val di Susa.
Adesso i media sono pieni di immagini degli "scontri". Ma a scontrarsi con la polizia è stato il solito piccolo gruppetto di incappucciati vestiti di nero, che salta fuori ogni volta che la polizia si scatena.
I cittadini della Val di Susa difendono il proprio territorio da un'opera devastante e costosissima. E lo fanno in modo pacifico e disarmato.
La polizia li ha brutalmente sfollati. Si tratta di una scelta gravissima, che mostra quanto poco importi al ceto politico la volontà di chi abita un territorio e vuole preservarlo e difenderlo.
Alternativa, il laboratorio politico fondato da Giulietto Chiesa, esprime piena solidarietà al popolo della Val di Susa e alla sua lotta, e chiede che tutte le forze democratiche del paese si mobilitino per imporre la fine immediata dell'intervento della polizia, e il rispetto della volontà popolare.
Laboratorio Politico "Alternativa" - fondato da Giulietto Chiesa.
di Felice Fortunaci – Megachip.
SEGUE IL COMUNICATO DI ALTERNATIVA
«Sono in mezzo ai lacrimogeni, qui in Val di Susa, in un clima che in tutto ricorda il G8 di Genova». La voce di Giulietto Chiesa ci giunge concitata. Le forze dell’ordine – forze di un ordine di tipo militare - sono intervenute con un soverchiante dispiegamento di mezzi e di uomini armati. Le barricate dei valligiani e del popolo NoTAV, di fronte a un’invasione di queste proporzioni, migliaia di uniformi, cedono terreno. «Ogni punto critico della rete stradale, ogni altura strategica sono ora controllati da gruppi in armi», riferisce Chiesa.Qua e là ci sono già stati contatti fisici. L’impostazione pacifica del presidio NoTAV aiuta ad evitare il peggio, ma il volto dello Stato si presenta con molta violenza. La profezia di Piero Fassino, che preconizzava lo sfondamento delle difese territoriali con tutti i mezzi, per il momento si adempie. I grandi interessi che stanno dietro questa Grande Opera inutile, dispendiosa e devastante, hanno referenti bipartisan e sperano di poter avviare i lavori. Possiamo fare anche noi una profezia: come per il nucleare, la follia di questo progetto sarà rigettata.
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clicca:
Alternativa con i NoTav

Hanno deciso di usare la forza contro la protesta pacifica e democratica dei NOTAV in Val di Susa.
Adesso i media sono pieni di immagini degli "scontri". Ma a scontrarsi con la polizia è stato il solito piccolo gruppetto di incappucciati vestiti di nero, che salta fuori ogni volta che la polizia si scatena.
I cittadini della Val di Susa difendono il proprio territorio da un'opera devastante e costosissima. E lo fanno in modo pacifico e disarmato.
La polizia li ha brutalmente sfollati. Si tratta di una scelta gravissima, che mostra quanto poco importi al ceto politico la volontà di chi abita un territorio e vuole preservarlo e difenderlo.
Alternativa, il laboratorio politico fondato da Giulietto Chiesa, esprime piena solidarietà al popolo della Val di Susa e alla sua lotta, e chiede che tutte le forze democratiche del paese si mobilitino per imporre la fine immediata dell'intervento della polizia, e il rispetto della volontà popolare.
Laboratorio Politico "Alternativa" - fondato da Giulietto Chiesa.
domenica, giugno 26, 2011
I principi della neolingua
Appendice
I principi della Neolingua
La Neolingua era la lingua ufficiale in Oceania ed era stata inventata per venire incontro alle necessità ideologiche del Socing, o Socialismo Inglese. Nell'anno 1984 non c'era ancora nessuno che usasse la Neolingua come unico mezzo di comunicazione, sia a voce che per iscritto. Gli articoli di fondo del giornale erano scritti in Neolingua, ma essi costituivano un tour de force che poteva essere compiuto soltanto da uno specialista. Ci si riprometteva che la Neolingua sostituisse infine l'Archelingua (ovvero l'inglese comune, come si potrebbe anche chiamare) press'a poco attorno all'anno 2050. Nel frattempo, tuttavia, essa guadagnava costantemente terreno, dal momento che tutti i membri del Partito tendevano sempre più a usare parole e costrutti grammaticali in Neolingua, nei discorsi giornalieri. Il sistema in uso nel 1984, e incorporato nella decima edizione del Dizionario della Neolingua, era del tutto provvisorio e conteneva molte parole superflue e forme arcaiche che sarebbero state soppresse a tempo debito. La nota presente considera, pertanto,
solo il sistema finale, e ulteriormente perfezionato, quale si trova incorporato nell'undicesima edizione del suddetto Dizionario.
Fine della Neolingua non era soltanto quello di fornire un mezzo di espressione per la concezione del mondo e per le abitudini mentali proprie ai seguaci del Socing, ma soprattutto quello di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero. Era sottinteso come, una volta che la Neolingua fosse stata definitivamente adottata, e l'Archelingua, per contro, dimenticata, un pensiero eretico (e cioè un pensiero in contrasto con i principi del Socing) sarebbe stato letteralmente impensabile, per quanto almeno il pensiero dipende dalle parole con cui è suscettibile di essere espresso. Il suo lessico era costituito in modo tale da fornire espressione esatta e spesso assai sottile a ogni significato che un membro del Partito potesse desiderare propriamente di intendere. Ma escludeva, nel contempo, tutti gli altri possibili significati, così come la possibilità di arrivarvi con metodi indiretti. Ciò era stato ottenuto in parte mediante l'invenzione di nuove parole, ma soprattutto mediante la soppressione di parole indesiderabili e l'eliminazione di quei significati eterodossi che potevano essere restati e, per quanto era possibile, dei significati in qualunque modo secondari. Daremo un unico esempio. La parola libero esisteva ancora in Neolingua, ma poteva essere usata solo in frasi come "Questo cane è libero da pulci" ovvero "Questo campo è libero da erbacce". Ma non poteva essere usata nell'antico significato di "politicamente libero" o "intellettualmente libero" dal momento che la libertà politica e intellettuale non esisteva più, nemmeno come concetto, ed era quindi, di necessità, priva di una parola per esprimerla. Ma, a parte la soppressione di parole di carattere palese mente eretico, la riduzione del vocabolario era considerata fine a se stessa, e di nessuna parola di cui si potesse fare a meno era ulteriormente tollerata l'esistenza. La Neolingua era intesa non a estendere, ma a diminuire le possibilità del pensiero; si veniva incontro a questo fine appunto, indirettamente, col ridurre al minimo la scelta delle parole.
La Neolingua era fondata sul ceppo della lingua quale noi la conosciamo, sebbene numerose frasi in Neolingua, pur se non contengano parole di nuovo conio, sarebbero scarsamente intelligibili per chi parla la lingua d'oggigiorno. Le parole in Neolingua erano divise in tre classi distinte, che prendevano il nome di Vocabolario "A", Vocabolario "B" (detto anche delle parole composte), e infine Vocabolario "C". Sarà più semplice esaminare ciascuna classe per conto proprio, ma le particolarità riguardanti l'applicazione delle regole grammaticali verranno trattate nella sezione dedicata al Vocabolario "A", dal momento che le medesime regole sono in vigore per tutte e tre le sezioni.
Vocabolario A. Il vocabolario A consisteva nelle parole in uso per il disbrigo degli affari giornalieri, per operazioni come mangiare, bere, lavorare, vestirsi, salire le scale, guidare veicoli, fare giardinaggio, cucinare e simili. Era composto quasi interamente di parole che noi possediamo già (parole come battere, correre, cane, albero, zucchero, casa, campo) ma, a paragone con il vocabolario attuale, il loro numero era estremamente ridotto, mentre i loro significati era no assai più rigidamente definiti.
Tutte le ambiguità e sfumature di significato erano state completamente eliminate. Nei limiti del possibile, una parola in Neolingua appartenente a questa classe era semplicemente una specie di suono staccato che esprimeva una sola idea chiaramente intesa. Sarebbe stato del tutto impossibile usare il Vocabolario per scopi letterari, ovvero per discussioni politiche o filosofiche. Era destinato soltanto a esprimere pensieri semplici e definiti, che chiamassero in causa oggetti concreti e azioni materiali.
La grammatica della Neolingua aveva due principali caratteristiche. La prima era una quasi completa intercambiabilità tra le parti del discorso. Ogni parola della lingua (e per principio ciò si applicava anche a parole del tatto astratte come se ovvero quando) poteva essere usata sia come verbo, sia come nome o come aggettivo o avverbio. Tra forme verbali o nominali, quando appartenevano alla stessa radice, non sussisteva alcuna variazione, e questa regola era quella che determinava la scomparsa di non poche forme arcaiche. La parola pensiero, per esempio, non esisteva da sola e in questa forma, in Neolingua. Il suo posto era stato preso dalla parola pensare, che serviva sia per il nome che per il verbo. Non era seguito alcun principio etimologico: in taluni casi era il nome originale che veniva mantenuto, in altri era il verbo. Anche quando un verbo o un nome di significato analogo non erano connessi tra loro etimologicamente, l'uno o l'altro dei due era frequentemente soppresso. Non c'erano, per esempio, parole come taglio, dal momento che il suo significato era espresso a sufficienza dal nome coltello. Gli aggettivi erano formati mediante l'aggiunta del suffisso evole al nome-verbo, e gli avverbi mediante l'aggiunta del suffisso mente. Così, per esempio, velocitevole, significava "rapido" e velocitamente significava "rapidamente". Taluni degli aggettivi odierni come buono, forte, grande, nero, molle, erano mantenuti, ma il loro numero era alquanto basso. C'era infatti scarso bisogno di essi, dal momento che qualsiasi significato aggettivale poteva essere facilmente ottenuto aggiungendo l'evole al nome-verbo. Non era mantenuto nessuno degli avverbi attuali, se si eccettuano quelli che già finiscono in mente: la terminazione mente era invariabile. La parola bene, per esempio, era stata sostituita con buonamente.
Oltre a ciò, ogni parola (e questo, per principio, riguardava ogni parola che esistesse nella lingua) si sarebbe potuta rendere negativa aggiungendo l'affisso s, ovvero poteva essere rafforzata con l'affisso plus, o, se si fosse voluto ancor più sottolineare il rafforzamento, con bisplus: così, per esempio, sfreddo significava "caldo", mentre plusfreddo e bisplusfreddo significavano, rispettivamente, "molto freddo, e "eccezionalmente freddo". Era anche possibile, come del resto nella lingua attuale, modificare il significato di quasi tutte le parole con le proposizioni ante, post, sopra, sotto ecc.
Con simili metodi si era riusciti a realizzare una enorme diminuzione del vocabolario. Si prenda per esempio la parola buono; non c'era bisogno di adoperare la parola cattivo, dal momento che l'identico significato era espresso egualmente bene (e anzi meglio) dalla parola sbuono. Tutto quel che c'era da fare, semmai, in ogni caso in cui due parole formavano una coppia naturale di opposti, era di decidere quale dei due sopprimere. Buio, per esempio, poteva essere sostituito da sluce, ovvero luce da sbuio, a preferenza. La seconda caratteristica della grammatica in Neolingua consisteva nella sua regolarità. Con le sole pochissime eccezioni che sono elencate sotto, tutte le coniugazioni seguivano le stesse regole.
Cosi, in tutti i verbi, il passato e il participio passato erano gli stessi e finivano in ato. Il passato di dormire era dormato, e quello di correre era corrato, e così via; in tutta la lingua forme come disteso, emerso, inciso, insorto, preteso, ecc, erano state del tutto abolite, per dare luogo a distendato, emergato, incidato: sorgato, pretendato, ecc. Il plurale si faceva sostituendo l'ultima vocale, qualsiasi essa fosse, con "i " sia che il nome fosse maschile o femminile, per esempio:
donna, donni; scopa, scopi; uomo, uomi, ecc.
Le sole classi di parole cui era permesso di declinarsi irregolarmente erano i pronomi, gli aggettivi relativi e dimostrativi e i verbi ausiliari. Tutti questi seguivano le regole antiche, eccetto il pronome il quale, che era stato soppresso come inutile, e la totale eliminazione del condizionale. Si riscontravano inoltre alcune irregolarità nella formazione delle parole, derivate dalla necessità di un fraseggiare rapido e facile. Una parola difficile da pronunziarsi o che avesse corso rischio d'essere fraintesa era ritenuta ipso facto una cattiva parola: di quando in quando, allora, per ragioni di eufonia, talune lettere straordinarie venivano inserite in una nuova parola ovvero venivano ritenute alcune forme arcaiche. Ma tutto ciò va messo in relazione segnatamente con il vocabolario B. Il perché veniva data tanta importanza a ogni facilitazione della pronuncia verrà illustrato, più sotto, in questa stessa nota.
Vocabolario B. Il vocabolario B consisteva di parole che erano state create deliberatamente per scopi politici, vale a dire parole che avevano non solo, in ogni caso, un significato politico, ma che erano per l'appunto intese a imporre un atteggiamento mentale, in una direzione desiderata, nella persona che ne faceva uso. Senza una profonda conoscenza e comprensione del Socing era piuttosto difficile usare correttamente di queste parole. In certi casi esse venivano tradotte in Archelingua, ovvero con certe parole tolte dal Vocabolario A, ma esse richiedevano, in questi casi, comunque, lunghe e complicate parafrasi, senza contare la perdita di alcune importanti sfumature. Le parole del vocabolario B costituivano una sorta di stenografia verbale, che riusciva spesso a concentrare un intero sistema di idee in poche sillabe, ed era nello stesso tempo più accurata e flessibile che non la lingua ordinaria.
Le parole B erano, in ogni caso, parole composte6. Consistevano in due o più parole, ovvero porzioni di parole, combinate assieme in una forma che fosse di semplice pronunzia. L'amalgama che ne risultava era sempre un nome-verbo, e si coniugava secondo le regole ordinarie. Per fare un solo esempio, la parola pensabuono, che significava, a un dipresso, "ortodossia" e anche, se si doveva considerare verbo, "pensare in maniera ortodossa", si fletteva cosi: nome-verbo pensabuono, passato e participio passato pensabuonato; participio presente, pensabuonante, aggettivo (irregolare) pensabenista; avverbio, pensabuonamente.
Le parole B non erano costruite in nessun sistema etimologico. Le parole di cui erano fatte potevano venire da qualsiasi parte del discorso, e avrebbero potuto essere messe in un ordine qualsiasi, ovvero potevano essere amputate in qualsiasi modo che potesse favorirne la pronunzia, mentre mantenevano quelle caratteristiche che potessero suggerire la loro derivazione. Nella parola psicoreato (delitto di pensiero), per esempio, la parola reato veniva dopo, mentre nella parola reasesso (immoralità sessuale), mutilata dell'ultima sillaba, la precedeva. Per la gran difficoltà di raggiungere sempre forme eufoniche, formazioni irregolari erano più frequenti nel Vocabolario B che non in quello A. Per esempio le forme aggettivali di Miniver, Minipax, Minamor, erano, rispettivamente, Miniverista, Minipaxiere, Minamorasta per il semplice fatto che verèvole, paxèvole e amorèvole erano considerati di pronunzia troppo difficile. Come principio generale, tuttavia, tutte le parole del Vocabolario B si declinavano e si coniugavano nel modo usuale.
Alcune delle parole B possedevano significati così sottili e delicati di sfumature che divenivano pressoché inintelligibili per chi non conoscesse la lingua nel suo insieme. Si prenda a esempio la seguente tipica frase che ricorreva spesso in articoli di fondo del giornale:
Archepensèvoli spanciasentire Socing.
Una parafrasi il più possibile abbreviata e che peraltro trascurava non poche sfumature di tale frase può essere resa in Archelingua, così: "Coloro le cui idee furono formate innanzi la Rivoluzione non possono avere una comprensione emotiva dei principi del socialismo inglese". Ma questo, come s'è detto, non rappresenta una traduzione adeguata. Tanto per cominciare, per capire tutt'intero il significato della frase in Neolingua citata di sopra, si sarebbe dovuta avere un'idea il più possibile chiara e completa di che cosa s'intendeva per Socing. Oltre a ciò, solo una persona che fosse profondamente radicata nella dottrina del Socing avrebbe potuto apprezzare la forza di una parola come panciasentire, che conteneva un significato di cieca, entusiastica accettazione, difficile a immaginarsi oggigiorno, e allo stesso modo anche quella d'una parola come archepensare, che era strettamente connessa con l'idea della malvagità e della decadenza. La speciale funzione di talune parole in Neolingua come, per esempio, archepensare, non consisteva tanto nell'esprimere significati, quanto nel distruggerli. Codeste parole, che erano necessariamente in numero limitato, avevano avuta, i loro significati allargati tino a includere in se medesimi intere batterie di parole che, essendo state sufficientemente ricoperte da un unico termine comprensivo di esse tutte, potevano essere cancellate e dimenticate. La più grande difficoltà cui andavano incontro coloro che compilavano il Dizionario della Neolingua non consisteva tanto nell'inventare le nuove parole quanto nel rendersi perfettamente conto di quel che volevano dire, di renderei conto, cioè, quali sistemi di parole e di frasi esse venivano a sopprimere con la loro esistenza.
Come abbiamo già veduto nel caso della parola lìbero, parole che un tempo avevano avuto un significato eretico venivano pur mantenute, talvolta, per via della convenienza, ma il significato sfavorevole era come purgato. Innumerevoli altre parole, come onore, giustizia, morale, internazionalismo, democrazia, scienza e religione avevano semplicemente cessato del tutto di esistere. Poche parole avevano la funzione di ricoprirle, e ricoprendole le abolivano. Tutte le parole che si raggruppavano attorno ai concetti di libertà e di eguaglianza, per esempio, erano contenute nella semplice parola psicoreato, mentre tutte le parole che si raggruppavano attorno ai concetti di obbiettività e razionalismo erano contenute nell'unica parola archepensare. Una precisione maggiore sarebbe stata pericolosa; ciò che si richiedeva in un membro del Partito era un atteggiamento simile a quello degli antichi ebrei che sapevano, senza peraltro conoscere gran che oltre a quel fatto, che tutte le altre nazioni diverse dalla loro adoravano "falsi dei". Non era necessario sapere che quegli dei si chiamavano Baal, Osiride, Moloch, Astaroth e simili: probabilmente, meno cose si conoscevano attorno a essi, tanto più l'ortodossia ci avrebbe guadagnato. Si conoscevano Geova e i comandamenti di Geova: e si sapeva quindi, che tutti gli dei che portavano nomi diversi, o diversi attributi, erano falsi. In modo pressoché analogo, un membro del Partito sapeva quel che costituiva la condotta giusta, e in certi termini estremamente vaghi e generali egli sapeva quali generi di traviamenti erano possibili da essa. La sua vita sessuale, per esempio, era interamente regolata dalle due parole in Neolingua reasesso (e cioè immoralità sessuale) e sesbuono (castità). Reasesso copriva tutti i significati negativi: la fornicazione, l'adulterio, la pederastia e altre perversioni, e oltre al resto, naturalmente, i normali rapporti sessuali fra uomo e donna, fine a se stessi. Non c'era bisogno di enumerarli separatamente, poiché essi erano colpevoli tutti nello stesso modo e, per principio, tutti erano punibili con la morte. Nel vocabolario C, che consisteva in parole scientifiche e tecniche, avrebbe potuto essere necessario dare definizioni specializzate di talune aberrazioni sessuali, ma i cittadini ordinari non avevano bisogno di quelle parole. Essi sapevano quel che s'intendeva per sesbuono, e cioè rapporti sessuali tra marito e moglie al solo scopo di procreare la prole, e senza alcun piacere fisico da parte della donna: tutto il resto era reasesso. In Neolingua era assai raramente possibile seguire un pensiero eretico al di là della pura e semplice percezione, appunto perché esso era eretico: oltre quel punto, le parole che sarebbero state necessarie non esistevano.
Nessuna parola del vocabolario B era ideologicamente neutra. Gran parte erano eufemismi. Parole, a esempio, come svagocampo (campo per lavori forzati) o Minipax (Ministero della Pace, e cioè Ministero della Guerra) significavano quasi esattamente l'opposto di quel che parevano, in un primo momento. Talune parole, d'altra parte, manifestavano una schietta e spregiativa comprensione della vera natura della società dell'Oceania. Un esempio era la parola prolenutro, che stava a significare tutti gli intrattenimenti da pochi soldi e le notizie di varietà che il Partito teneva in serbo per le masse. Altre parole ancora erano ambivalenti e avevano significato positivo ove fossero applicate al Partito e ai suoi membri, e significato negativo ove fossero applicate, invece, ai loro nemici. C'erano inoltre parole in gran numero che, a prima vista, sembravano abbreviazioni pure e semplici e che derivavano il loro colore ideologico non dal loro significato ma dalla loro struttura.
Per quanto si poteva, tutto quel che aveva o che poteva avere un significato politico, di qualsiasi genere, veniva sistemato nel Vocabolario B. I nomi di tutte le organizzazioni, gruppi di popolazioni, dottrine, paesi, istituzioni, edifici pubblici, ecc. era invariabilmente ridotto a una forma semplice e familiare; vale a dire una sola parola di pronunzia facile, e col minor numero possibile di sillabe, che potesse preservare il colore della sua derivazione originale. Nel Ministero della Verità, per esempio, l'Archivio, in cui lavorava Winston Smith, si chiamava Arvo, il Reparto Amena si chiamava Ream e il Reparto dei Tele-programmi si chiamava il Telerep. Tutto ciò, non era stato però escogitato col. solo intento di risparmiare tempo. Anche nelle prime decadi del ventesimo secolo, le frasi e le parole abbreviate erano state una delle caratteristiche principali del linguaggio politico. E fu anche notato che la tendenza a usare le abbreviazioni era particolarmente sentita nei paesi a regime totalitario e nelle organizzazioni totalitariste. Si possono prendere, a esempio, parole come Nazi, Gestapo, Comintern, Inprecorr, Agitprop. In principio codesta pratica fu adottata spontaneamente, d'istinto, ma nella Neolingua essa fu sfruttata deliberatamente. Era stato notato infatti che, abbreviando un nome, si restringeva e si alterava con sottigliezza anche il suo significato, e se ne tagliavano fuori e abolivano tutte quelle idee accessorie che potevano restarvi apprese. Le parole Internazionale Comunista, per esempio, richiamavano un quadro composto di una universale fratellanza umana, bandiere rosse, barricate, Carlo Marx e la Comune di Parigi. La parola Comintern, invece, suggerisce soltanto l'idea d'una organizzazione ordinata e un ben definito corpo di dottrine. Si riferisce, insomma, a qualche cosa che si può facilmente identificare, e limitato, nei suoi scopi, come appunto una sedia o una tavola. Comintern è una parola che si può pronunciare quasi senza corredarla d'una immagine, mentre Internazionale Comunista è una frase su cui si è obbligati a indugiare, se anche per un breve momento. Nello stesso modo, le associazioni di idee create con parole come Miniver sono in numero minore e più facilmente controllabili che non quelle richiamate dal Ministero della Verità. Questa era la ragione che aveva determinato l'abitudine non solo di abbreviare le parole tutte le volte che fosse stato possibile, ma anche di preoccuparsi al massimo perche ogni parola fosse di facile pronunzia.
In Neolingua l'eufonia superava ogni considerazione che non riguardasse, naturalmente, l'esattezza del significato. La regolarità della grammatica le era sempre sacrificata tutte le volte che fosse sembrato necessario. E ciò era giusto, dal momento che i fini politici richiedevano in modo particolare parole brevi e scattanti, di significato esattissimo, e che potessero essere pronunziate rapidamente e soprattutto che ridestassero il minimo possibile di echi nella mente di chi parlava (come anche di chi ascoltava). Le parole del Vocabolario B guadagnavano di forza anche per il fatto che la maggior parte erano assai simili tra loro. Quasi invariabilmente, tali parole (pensabuono, Minipax, prolenutro, reasesso, svagocampo, Socing, ecc.) erano costituite da poche sillabe e si prestavano a un tipo di discorso saltellante e monotono.
E ciò era esattamente quel che si trovava in fondo agli scopi della Neolingua. L'intenzione era infatti di rendere il discorso, e specialmente il discorso su qualsiasi argomento che non fosse ideologicamente neutrale, indipendente il più possibile da una corrente di pensiero operante. Per gli scopi della vita quotidiana era senza dubbio necessario, almeno in certi casi, riflettere prima di parlare, ma un membro del Partito, richiesto di emettere un giudizio etico o politico, sarebbe stato capace di esprimere opinioni corrette in modo automatico così come un facile mitragliatore una scarica di pallottole. La sua educazione lo inquadrava, la lingua gli dava uno strumento garantito, e la tessitura delle parole, con i loro suoni aspri e una certa deliberata sgradevolezza che era in perfetto accordo con lo spirito del Socing, assisteva il processo fino in fondo.
E analogamente operava il fatto d'aver tanto poche parole da scegliere. Relativamente al nostro, il vocabolario della Neolingua era assai sottile, e ci si adoperava di continuo a trovare il mezzo di ridurlo ulteriormente. La Neolingua, infatti, era distinta da quasi tutte le altre lingue dal fatto che il suo vocabolario diventava ogni giorno più sottile invece di diventare più spesso. Ogni riduzione rappresentava una conquista, perché più piccolo era il campo della scelta e più limitata era la tentazione di lasciar spaziare il proprio pensiero. Si sperava, da ultimo, di far articolare il discorso nella stessa laringe, senza che si dovessero chiamare in causa i centri del cervello. Questo progetto era chiaramente ammesso nella parola in Neolingua ocolingo, che significava "parlare come un'oca"; come molte altre parole del vocabolario B, ocolingo aveva un significato ambivalente. Se le opinioni erano ortodosse, voleva tributare lode, e se il giornale avesse detto che uno degli oratori del Partito era un bisplusbuono ocolinghèvole significava infatti tributargli un complimento affettuoso e lusinghiero.
Vocabolario C. Il vocabolario C costituiva un supplemento degli altri e consisteva quasi interamente di termini scientifici e tecnici. Questi rassomigliavano ai termini scientifici in uso oggigiorno, ed erano costruiti con le medesime radici, ma si aveva cura di definire in modo preciso i significati e togliere loro tutti quelli, invece, che fossero indesiderabili.
Seguivano le stesse regole grammaticali che valevano per le parole degli altri due vocabolari. Pochissime parole del vocabolario C erano d'uso corrente nei discorsi quotidiani, ovvero in quelli di carattere politico. Qualsiasi operaio specializzato o tecnico avrebbe potuto trovare tutte le parole che gli erano necessarie nella lista dedicata alla sua specializzazione, ma dava di rado più che una fuggevole occhiata alle parole che componevano le altre liste. Solo pochissime parole erano comuni a tutte le liste, e non c'era alcun vocabolario che esprimesse la funzione della Scienza come abito mentale, ovvero un modo di pensiero che non fosse invece interessato esclusivamente alle sue specialità. Non c'era infatti alcuna parola per "Scienza", poiché tutti i significati che avrebbe potuto avere erano già a sufficienza espressi nella parola Socing.
Dai cenni di sopra si comprenderà che in Neolingua l'espressione di opinioni eterodosse al disopra di un bassissimo livello era praticamente impossibile. Era naturalmente possibile dire invece eresie di specie molto cruda e violenta, una sorta di bestemmie, insomma. Sarebbe stato possibile, per esempio, dire Il Gran Fratello è sbuono. Ma questa proposizione, che a un orecchio ortodosso sarebbe suonata come una assurdità palese di per se stessa, non avrebbe potuto essere appoggiata da alcuna dimostrazione, dal momento che le parole necessarie a quello scopo non c'erano più. Le idee contrarie al Socing si potevano rivestire di una vaga forma priva di parole, e si solevano definire in certi larghissimi termini che si potevano classificare insieme e che condannavano interi gruppi di eresie senza peraltro, così facendo, riuscire a definirsi. Si poteva, infatti, usare la Neolingua per scopi eterodossi solo traducendo, illegittimamente, alcune parole in Archelingua. Per esempio Tutti gli uomini sono eguali era una frase possibile in Neolingua, ma solo nel senso che la frase tutti gli uomini hanno i capelli rossi ha in Archelingua. Non conteneva nessun grammaticale, ma esprimeva una palpabile sverità... e cioè che tuta gli uomini siano di eguale formato, altezza, peso e forza, ecc. Il concotto di eguaglianza politica non esisteva più e quel significato secondario era stato infatti purgato dalla parola eguale. Nel 1984, quando l'Archelingua era ancora il mezzo normale di comunicazione, esisteva il pericolo teorico che, pure usando parole in Neolingua, ci si potesse ricordare del loro significato originario. In pratica non era difficile, per qualsiasi persona che avesse una solida esperienza di bispensiero, evitare quel pericolo, ma nello spazio di due generazioni anche soltanto la possibilità di quel pericolo sarebbe del tutto scomparsa. Una persona cresciuta con la Neolingua come sua sola lingua non avrebbe mai saputo che eguale aveva avuto un tempo anche il significato secondario di "eguale politicamente", e che la parola libero aveva avuto quello di "intellettualmente libero", così come una persona che non conosca affatto la tecnica del gioco degli scacchi non può essere a parte dei significati secondari delle parole regina o torre. Molti delitti ed errori si sarebbero trovati oltre la possibilità d'essere commessi, solo per il fatto che non avevano un nome e quindi non erano concepibili. E si sarebbe anche potuto prevedere che, con il passare del tempo, le caratteristiche distintive della Neolingua si sarebbero pronunciate sempre di più, le sue parole sarebbero diminuite vieppiù, i loro significati sarebbero diventati sempre più rigidi, e la possibilità di usarli a sproposito si sarebbe ridotta al minimo.
Il giorno che l'Archelingua fosse stata sostituita una volta per tutte dalla Neolingua, si sarebbe infranto l'ultimo legame con il passato. La Storia era già stata riscritta, ma frammenti di letteratura del passato sopravvivevano qua e là, ancora imperfettamente censurati; fino a quando fosse stato possibile conservare rudimenti di Archelingua, sarebbe pur sempre stato possibile leggerli. Nel futuro, tali frammenti, anche se avessero avuto la possibilità di sopravvivere, sarebbero stati inintelligibili e intraducibili. Non si poteva, infitti, tradurre qualsiasi proposizione in Archelingua in una corrispondente di Neolingua, a meno che essa non si riferisse a un qualche procedimento tecnico, ovvero a una azione giornaliera delle più semplici e ovvie, o fosse, a ogni modo, perfettamente ortodossa (pensabenista, in Neolingua) nelle tendenze che tradiva. Ciò significava, in pratica, che nessun libro scritto a un dipresso prima del 1960 si sarebbe potuto tradurre per intero. La letteratura pre-rivoluzionaria si sarebbe potuta soltanto sottoporre a un processo di traduzione ideologica, vale a dire a un'alterazione così nel senso come nella lingua. Si prenda per esempio, il ben noto passo della Dichiarazione d'Indipendenza:
Noi riteniamo che queste verità siano evidenti di per se stesse, che cioè tutti gli uomini sono creati uguali, che essi sono stati dotati dal loro creatore di certi inalienabili diritti, e che tra questi c'è la vita, la libertà e la ricerca per il raggiungimento della felicità. Che per assicurare tutti i diritti, i governi vengono istituiti fra tutti gli uomini, e derivano i loro poteri dal consenso dei governati. Che in qualsiasi caso in cui una qualsiasi forma di Governo divenga micidiale per questi fini, è nel diritto del popolo di alterarla o di abolirla, e di istituire un nuovo Governo...
Sarebbe stato assolutamente impossibile rendere tutto questo in Neolingua, rispettando il senso dell'originale. L'approssimazione maggiore cui si poteva giungere, sarebbe stato d'inghiottire tutto il passato nell'unica parola psicoreato.
Una traduzione completa e analitica avrebbe potuto essere soltanto una traduzione ideologica, nella quale le parole di Jefferson sarebbero state trasformate in un panegirico dello Stato assoluto.
Gran parte, infatti, della letteratura del passato era già stata trasformata in questo modo. Considerazioni di prestigio facevano ritenere opportuno, e anzi in certi casi desiderabile, conservare la memoria di alcune figure storiche, mentre si badava, naturalmente, di mettere al corrente le loro opere con la filosofia del Socing. Numerosi scrittori come, per esempio, Shakespeare, Milton, Swift, Byron, Dickens e qualche altro stavano ancora subendo il trattamento della traduzione ideologica. Una volta che tale lavoro fosse stato completato, i loro scritti originali, assieme a tutto ciò che sopravviveva della letteratura del passato, sarebbero stati distrutti. Codeste traduzioni erano un lavoro piuttosto lento e difficile, e non ci s'aspettava che fossero terminate innanzi la prima o la seconda decade del secolo ventesimoprimo. C'era anche una quantità enorme di letteratura puramente utilitaria (indispensabili manuali tecnici e simili) che doveva essere sottoposta allo stesso trattamento. Fu soprattutto per concedere un po' più di respiro al lavoro preliminare di traduzione, che l'adozione finale della Neolingua era stata fissata a una data così lontana come il 2050.
George Orwell (da "1984")
che fare con il voto di fiducia?
Tratto da http://www.grandeoriente-democratico.com/comunicazioni_dei_lettori_visitatori.html
Il 21 novembre 2010, Il Senatore XXXX, ci scrive:
OGGETTO: che fare con il voto di fiducia?
All’attenzione personale del Dott. Magaldi
Il 21 novembre 2010, Il Senatore XXXX, ci scrive:
OGGETTO: che fare con il voto di fiducia?
All’attenzione personale del Dott. Magaldi
Gentile Dott. Magaldi,
sono il senatore XXXX, Pdl. Non sono massone (ma credo lo fosse un prozio materno), però ho avuto contatti con “Cerchio bruto e cassio” (il gruppo spontaneo di Vs amici ‘liberi pensatori’ tra camera e senato). La faccio breve: non crede sarebbe il caso di dare da subito la sfiducia a B. anche al senato, mobilitando tutti quelli che possono essere mobilitati? Io sarei disponibile a uscire allo scoperto e votare contro sin dal 14 dicembre. Possibile un incontro di persona con Lei in settimana?
Sarò a Roma fino a venerdì 26. Se Lei fosse disponibile, sarei onorato di incontrarLa.
Con stima,
distinti saluti.
XXXX
Sarò a Roma fino a venerdì 26. Se Lei fosse disponibile, sarei onorato di incontrarLa.
Con stima,
distinti saluti.
XXXX
Gentile Senatore, giriamo la sua lettera al nostro Direttore Gioele Magaldi, cui è rivolta.
Cordiali saluti.
La Redazione
Cordiali saluti.
La Redazione
Gentile Senatore, premesso che sarò lieto di approfondire la cosa di persona (se non in questa, nella settimana dal 29 in poi), le anticipo che, alla luce di alcune recentissime considerazioni con “amici comuni”, ritengo auspicabile che l’attuale governo Berlusconi continui a rimanere in piedi il più a lungo possibile. Mi spiego meglio: fintanto che il Centro-Sinistra non sarà stato in grado di eleggere (tramite le primarie) un Leader di coalizione, finchè non avrà un programma di governo per il futuro semplice da comunicare, chiaro, convincente e lungimirante, finché non si siano trovati degli accordi leali e soddisfacenti per tutti fra le varie anime del PD e della stessa futura Coalizione (con SEL, IDV e altri), sarà inutile aprire una crisi che trasformerebbe “Fratello Silvio” in (presunta) “vittima”, il ruolo che più gli piace recitare…Voglio dire: fino a che Berlusconi è Presidente del Consiglio dimostra tutta la sua incapacità di governare (era anche un vecchio concetto ben espresso già da Indro Montanelli alla fine del 1994), ma se si entra in “campagna elettorale preventiva”, in assenza di una proposta alternativa già costruita e strutturata (con le attuali lacerazioni tra bande, all’interno del PD e tra il PD e altri), il rischio è di non riuscire nemmeno a fare un governo tecnico-politico che almeno cambi la legge elettorale e vari qualche salutare provvedimento “per il bene collettivo”, per non parlare dell’obiettivo di battere sonoramente alle elezioni il PDL berlusconizzato. Piuttosto, c’è il rischio di arrivare presto a nuove elezioni non risolutive, con una maggioranza alla Camera dei Deputati e un’altra al Senato. Poi che facciamo, con il Paese che va a rotoli, ancora nuove elezioni?
Ecco, io credo che Futuro e Libertà dovrebbe “rallentare un po’”, invece di accelerare, come è stato fatto dopo Bastia Umbra, così che anche il progetto di un “Centro-Destra” alternativo a quello berlusconizzante abbia più tempo per organizzarsi. Quando sia il Centro-Sinistra (compatto e sicuro di sé, con un Leader di coalizione eletto/legittimato dalla base) che il nuovo Centro-Destra (con Fini, Casini ed altri) saranno in grado di appoggiare un governo a tempo per tamponare la crisi e cambiare la legge elettorale-ottenendo la fiducia nell’ l’attuale Parlamento- e poi di andare alle urne rafforzati (dovendo affrontare un Berlusconi che controlla 5 sulle 7 maggiori reti e testate televisive nazionali), allora si potrà sfiduciare questo sciamannato esecutivo. Comunque, nei prossimi giorni gli scenari e le prospettive potranno anche mutare, nel bene e nel male, quindi la “partita a scacchi” con Il Maestro Illuminato di Arcore è aperta e tutta da giocare, di ora in ora. Senza mai sottovalutare un personaggio che è stato capace di riprendersi dopo la caduta del 1994-95 e quella del 2006 (dopo un quinquennio di governo dal 2001 sterile e inconcludente).
Credo che lei abbia il mio numero riservato, comunque glielo ridò per sicurezza: xxxx. Mi chiami o scriva pure quando vuole (la mia mai personale è xxxx).
Gioele Magaldi.
Ecco, io credo che Futuro e Libertà dovrebbe “rallentare un po’”, invece di accelerare, come è stato fatto dopo Bastia Umbra, così che anche il progetto di un “Centro-Destra” alternativo a quello berlusconizzante abbia più tempo per organizzarsi. Quando sia il Centro-Sinistra (compatto e sicuro di sé, con un Leader di coalizione eletto/legittimato dalla base) che il nuovo Centro-Destra (con Fini, Casini ed altri) saranno in grado di appoggiare un governo a tempo per tamponare la crisi e cambiare la legge elettorale-ottenendo la fiducia nell’ l’attuale Parlamento- e poi di andare alle urne rafforzati (dovendo affrontare un Berlusconi che controlla 5 sulle 7 maggiori reti e testate televisive nazionali), allora si potrà sfiduciare questo sciamannato esecutivo. Comunque, nei prossimi giorni gli scenari e le prospettive potranno anche mutare, nel bene e nel male, quindi la “partita a scacchi” con Il Maestro Illuminato di Arcore è aperta e tutta da giocare, di ora in ora. Senza mai sottovalutare un personaggio che è stato capace di riprendersi dopo la caduta del 1994-95 e quella del 2006 (dopo un quinquennio di governo dal 2001 sterile e inconcludente).
Credo che lei abbia il mio numero riservato, comunque glielo ridò per sicurezza: xxxx. Mi chiami o scriva pure quando vuole (la mia mai personale è xxxx).
Gioele Magaldi.
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