sabato, gennaio 29, 2011

C'è un Piano ancora attuale

Fonte: http://www.iltempo.it/politica/2011/01/28/1233133-piano.shtml


di Attilio Ievolella

28/01/2011


Per l’Italia la loggia P2 (e Licio Gelli) sono come ombre perenni, mai completamente illuminate dalla luce. L’ultimo, in ordine di tempo, a riaprire questo libro è stato Bruno Rozera, prefetto massone in pensione, parlando, tra l'altro, in un'intervista a L'Espresso, di un «livello superiore a Gelli». Ma da questi arriva una versione diversa, ovvero la citazione di una terza organizzazione («compagna» di P2 e Gladio) per l'attuazione del «Piano di rinascita democratica». Come si chiama questa «terza gamba»? «Mi dispiace, ma non ricordo, davvero... Eppoi la P2 è un capitolo chiuso, ormai». Così, mistero si aggiunge a mistero, nonostante il «Maestro Venerabile» della P2, prossimo ai 92 anni, intervistato a «Villa Wanda», sua residenza a Castiglion Fibocchi, piccolo paese della provincia di Arezzo, si schermisca: «Guardi, oramai dell'Italia mi interessa nulla... alla mia età, si figuri. Sono vecchio, ormai». Per poi aggiungere, sibillino: «Però se soltanto avessi venti anni di meno, rifarei il "Piano" e lo attuerei...».


Vede che si ritorna sempre lì? A un passato fatto di massoneria, loggia P2, "Piano di rinascita democratica", accuse di eversione...
«Le ripeto, per me è un capitolo chiuso, la P2, chiuso in maniera definitiva. Ho addirittura donato tutti i miei documenti all'Archivio di Stato di Pistoia».


Avrà tenuto per sé i carteggi più «delicati», dica la verità...
«Assolutamente, non ho conservato nulla... perché avrei dovuto conservare ancora? Certo, se avessi avuto la sua età, probabilmente avrei tenuto ancora quelle carte... Ma ho un'altra età rispetto alla sua, così mi sono voluto liberare di tutto. Me ne voglio andare tranquillo, tranquillissimo, da ogni punto di vista. Tenga presente che ho preso quella decisione anche contro il volere dei miei familiari, ma siccome era materiale mio, anche se loro non erano d'accordo, ho deciso così. Ho sfidato anche loro. C'era tanto materiale da poter monetizzare, ma oramai non ho nulla da guadagnare e nulla da perdere. Tanto per farle capire, all'Archivio di Stato mi hanno detto che molte cose sono secretate, perché alcune persone sono tuttora vive».


Eppure lei stesso ha, ironicamente, detto di volere chiedere i diritti di autore, alla luce di quanto aveva programmato nel "Piano di rinascita democratica". L'impressione è che quel Piano sia sempre lì sul tavolo, e non in un archivio...
«Quel Piano, come lo chiama lei, non solo lo rifarei, ma vorrei anche riuscire ad attuarlo, se solo avessi venti anni di meno. All'epoca, se avessimo avuto quattro mesi di tempo ancora, saremmo riusciti ad attuarlo... In quel momento avevamo in mano tutto: la Gladio, la P2 e... un'altra organizzazione, che ancora oggi non è apparsa ufficialmente, non creata da noi ma da una persona che è ancora viva tutt'oggi, nonostante abbia oramai tanti anni... Avevamo tre organizzazioni... ancora quattro mesi di tempo e avremmo sicuramente messo in pratica il Piano. Che, sia chiaro, era valido allora e sarebbe valido anche adesso. Certo, servirebbero delle modifiche, ma attuando il Piano non saremmo arrivati alla situazione che, in Italia, si vive oggi...»


Qual era questa terza organizzazione?
«Mi dispiace, ma non ricordo, davvero...»


Sempre punti oscuri. Come quello relativo all'effettivo numero di iscritti della P2: oltre 900 quelli compresi nella lista rinvenuta nel 1981, almeno 2500 secondo la relazione della commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Tina Anselmi.
«Le dico, non mi ricordo, davvero, quanti erano gli iscritti della P2... Piuttosto...»


Piuttosto?
«Avrei voluto parlare con la Anselmi, ho anche chiesto di organizzare un incontro, per dirle che sono stati i suoi collaboratori a tradirla. Non a caso, abbiamo potuto smentire tutto ciò che era stato detto e scritto all'epoca... In quel momento furono dette tante stupidaggini, e anche la Anselmi ne avrebbe beneficiato, perché aveva la possibilità di diventare presidente della Repubblica: la Democrazia Cristiana l'avrebbe votata, e anche ai comunisti non sarebbe parso vero per il colpo che era stato messo a segno».


A leggere le carte, però, sembra andata diversamente. E anche a considerare i tanti, troppi misteri. Come, ad esempio, il rapporto con la Chiesa.
«Tenga presente che era prevista la scomunica finanche per i laici iscritti alla massoneria. Poi, ci fu un cambiamento: la scomunica, secondo quanto stabilito dal Vaticano, poteva essere emessa solo nei confronti degli ecclesiastici. Ma sappia che i religiosi iscritti alla massoneria erano svariati, all'epoca, anche di alto grado. E non venivano mai citati, perché appartenevano a un altro elenco...»


Appunto, l'ennesimo mistero... Tornando all'attualità, oggi, sembra di rivedere molti punti del «Piano di rinascita democratica»: ad esempio, la riforma della giustizia e la divisione del fronte sindacale... E lei ha espresso un giudizio positivo, tempo addietro, su Berlusconi e sul suo Governo.
«Precisiamo: il giudizio era positivo»


Oggi, invece?
«Negativo»


Cos'è cambiato?
«Senta, quando due persone si sposano, fanno questa scelta con ardore, con calore. Poi, succede che, dopo tre, quattro anni, decidano di separarsi... Perché? Semplicemente perché sono venuti a mancare quei principi, quei valori. Ecco, anche lui, Berlusconi intendo, è venuto meno rispetto a quei principi che noi pensavamo lui avesse... E ricordi che l'ho avuto per sette anni nella loggia, quindi credo di conoscerlo... l'ho anche aiutato, quando ho potuto...»


E in cosa è venuto meno Berlusconi?
«Ma pensi anche a questo puttanaio delle ultime settimane... Sia chiaro, è vero che può fare ciò che gli pare e piace, come e quanto vuole, ma bisogna anche avere la capacità di "saperlo fare", eppoi esiste pur sempre un limite. Invece lui continua... ha prima disfatto la famiglia, ora sta disfacendo l'Italia. Ma nessuno gli dice nulla... Ha commesso un reato? Se è vero ciò che gli viene attribuito (e credo che almeno in parte sia vero), allora sì: non avrebbe dovuto farlo, o, quantomeno, avrebbe dovuto utilizzare sistemi più riservati».


Pare di capire che avete puntato sul cavallo (politico) sbagliato...
«Guardi che politici validi, come Cossiga e Andreotti, non ci sono più. E un discorso simile vale anche per generali e ufficiali. Ma lei ha presente l'esercito italiano? Anni fa era un esercito per il Paese, non un esercito a cui si chiede di ripulire le città dall'immondizia, mentre i netturbini sono in cassa integrazione. Oggi, invece, mandiamo i soldati in Afghanistan e in Iraq: a noi cosa interessa? Da tutto ciò noi abbiamo ricavato solo morti! E io mi chiedo: ma le autorità italiane non si vergognano mentre baciano le bare dei soldati uccisi? Ripeto, non abbiamo alcun interesse ad andare in quei Paesi, eppure quei soldati sono morti perché quelli che baciano le bare, hanno deciso di mandarceli... Lei pensa che questo sia un Paese serio?».


domenica, gennaio 23, 2011

Oltre il signoraggio bancario verso la sovranità monetaria

Fonte: http://www.agenziaradicale.com/index.php?option=com_content&task=view&id=11704&Itemid=50

lunedì 03 gennaio 2011

di MAURIZIO MOTTOLA

La globalizzazione si sta radicando sull'indebitamento, che riduce in soggezione economica cittadini, imprese, paesi più poveri ed adesso anche paesi con consistente prodotto interno lordo (PIL) ed inoltre subordina le politiche territoriali degli Stati nazionali a fini economici non territoriali. L'attuale crisi economica internazionale si avvia all'irreversibilità, in quanto la situazione è basata su di una moneta ormai virtualizzata e dematerializzata ed in quanto oramai gli Stati hanno perso la loro sovranità monetaria.

Per intendersi sul concetto di sovranità monetaria bisogna risalire a quando gli Stati hanno rinunciato alla loro podestà di emettere moneta e la hanno invece delegata al sistema bancario (ossia a banchieri privati). Ciò risalirebbe al XVII secolo, allorquando le aristocrazie regnanti nei paesi europei si accordarono con i banchieri creditori di tali paesi a che fondassero banche private, a cui trasferire la podestà (dapprima prerogativa dei Re) di emette denaro, creando in favore di tali banche il monopolio della emissione e prestito della moneta, la qual cosa perdura anche oggi ed anzi si è maggiormente consolidata nelle mani del sistema delle banche centrali.

Inoltre nel 1933 la Federal Riserve (FED), la banca centrale americana, che è privata sia nella forma che nella sostanza, rastrellò tutto l'oro disponibile nel sistema (la pena per chi non consegnava il suo oro era la reclusione fino a dieci anni!) e così divenne in pratica l'unica istituzione a possedere oro e così le regole sulla stampa delle banconote furono a sua completa discrezione: scomparve la dicitura "convertibile in oro" ed apparve la dicitura "moneta a corso legale", ossia la banconota non rappresentava più l'oro che ne giustificasse il valore ed invece era diventata un valore in sé!

La data del 1 maggio 1933 rappresenta quindi l'inizio del passaggio del denaro da mezzo di scambio (il cui valore viene garantito dalla convertibilità in oro) a prodotto che ha un valore di per se stesso. Il processo si completa il 15 agosto 1971, a Camp David, allorquando il presidente statunitense Richard Nixon annunciò la decisione di sospendere la convertibilità del dollaro in oro, perché il Tesoro americano non era più in grado di sostenere le richieste di convertibilità. A questo punto il denaro diviene definitivamente un valore in sé, virtualizzato e dematerializzato dalla cessazione della convertibilità in oro.

Il tumore della speculazione può esplodere sregolatamente in quanto non più antagonizzato dagli anticorpi della convertibilità in oro, che ancorava il mezzo di scambio del denaro alla concretezza ed alla oggettiva materialità dell'oro. Il sistema non è piùeconomia, mafinanza; cioè si consolida un processo di astrazione, per cui la banconota, fondata sul nulla (o meglio su sempre più perverse convenzioni), perde il concreto contatto con la materialità dell'economia (produttività, organizzazione del lavoro e così via) ed assume una vita propria, un'autonomia che la rende oggetto di tutti i giochi possibili ed immaginabili e facendole perdere la sua originaria connotazione: quella di essere un mezzo convenzionale di scambio.

Che il denaro sia totalmente smaterializzato è comprovato dal fatto che le attuali riserve auree dei paesi del mondo non superano le 200.000 tonnellate, mentre il corrispettivo in oro di tutte le banconote e gli equivalenti monetari che girano per il mondo ammonta ai prezzi correnti ad un corrispettivo di 75.000.000 di tonnellate di oro!

Allora, se l'oro non c'è più ad ancorare alla concretezza il denaro (che resta comunque una convenzione), in base a cosa vengono stampate oggi le banconote? Ad esempio il governo italiano decide di avere bisogno di denaro e non potendo creare direttamente le banconote stampa pezzi di carta denominati "titoli di debito pubblico" per un valore diciamo di 10 miliardi di euro.

La Banca d'Italia acquista di fatto (tramite intermediari che lei sola può autorizzare a partecipare alle aste di vendita) il debito emesso dallo Stato (cioè i titoli del debito pubblico), stampando anch'essa un mucchio di carte chiamate banconote per un valore attribuito pari ai 10 miliardi di euro dei titoli del debito pubblico. Ridistribuito nei conti correnti dei partecipanti all'asta le banconote di carta aggiungono ora 10 miliardi di euro alla base monetaria complessiva.

Quello che è avvenuto in realtà è un vero e proprio scambio tra uno Stato (quello italiano) ed una banca gestita da privati (lo è la Banca d'Italia!): i titoli del debito pubblico sono stati scambiati con nuovo denaro emesso dalla Banca d'Italia, affiliata alla Banca Centrale Europea (BCE).

Questa transazione oggi avviene elettronicamente, senza carta. Infatti si stima che solo il 10% della base monetaria in Italia sia costituita di denaro fisico, mentre il restante 90% esiste solo negli archivi informatici. I titoli del tesoro sono per loro natura strumenti di debito, come le cambiali, quindi la Banca d'Italia presta denaro allo Stato, utilizzando come garanzia solo l'impegno del governo di restituire quel denaro, che è stato creato dal nulla attraverso l'indebitamento del governo che promette di restituirlo.

Questo debito che ricade sullo Stato, cioè sul popolo, si chiama debito pubblico ed il creditore originale e poi gestore ne è la Banca d'Italia, una banca essenzialmente privata con un capitale sociale di 156.000 euro soltanto, che risponde alla Banca Centrale Europea, un organismo estraneo all'Unione Europea, posto al di sopra di esso, esonerato da qualsiasi controllo e garanzia politici, democratici ed anche giudiziari; i suoi verbali sono segreti e sostanzialmente è un potere sovrano al di sopra dei parlamenti, anche del parlamento europeo.

Una conferma è nei dati: il 43% del debito pubblico è detenuto dalla Banca d'Italia o da Istruzioni Finanziarie e Monetarie italiane; la parte restante è allocata tra investitori privati italiani ed esteri ed istituzioni finanziarie estere. Dunque il denaro viene creato attraverso l'indebitamento, su cui gravano ulteriormente gli interessi, per pagare i quali si crea ulteriore indebitamento in una spirale perversa che può portare al crollo cittadini e nazioni. Ora poiché il costo di produzione delle banconote (o di impulsi elettronici) è pressoché nullo (per la precisione 0,30 centesimi per i costi materiali di produzione di ogni banconota!), il guadagno di chi produce denaro (la Banca d'Italia nell'esempio) è quasi pari al valore nominale del denaro prodotto e messo in circolazione!

Dunque la Banca d'Italia per ogni cento euro nominali emessi ne guadagna quasi 100 (meno le poche decine di centesimi del costo di produzione di ogni banconota). Questo guadagno (definito signoraggio) però viene pagato da chi compera il denaro, ossia sostanzialmente dallo Stato (dunque dai cittadini) o da altre banche, ed è un profitto netto che la Banca d'Italia realizza senza alcun rischio e senza fatica e poiché essa è proprietà di società private, questo guadagno ( signoraggio) va alle società private.

Non c'è perciò interesse da parte di queste ultime all'estinzione del debito pubblico, se l'ulteriore indebitamento, dovuto agli interessi, è fonte di tale facile guadagno, che tra l'altro non viene praticamente tassato grazie alle regole contabili di comodo create dal sistema  bancario. Una semplice modificazione di queste regole contabili, una tassazione intorno al 7% del signoraggio (un profitto enorme dato in nome della delega ad emettere denaro!) consentirebbe alla società civile di raggiungere un equilibrio economico che consenta a sua volta a tutti i cittadini un certo grado di tranquillità e di benessere, in quanto porterebbe sufficienti risorse alla finanza pubblica ed anche il rilancio dell'economia e degli investimenti (a discapito dei perversi giochi finanziari), evitando i tagli delle spese sociali.

Tutto questo ovviamente in attesa di riconferire di nuovo allo Stato italiano la podestà di emettere lui le banconote, riconsegnandogli dunque la sovranità monetaria, che esprime la funzione di potere più autentica ed incisiva. Così i cittadini, finora espropriati della propria sovranità in quanto l'emissione delle banconote avviene da parte del sistema bancario, potrebbero riprendersi pienamente i propri diritti e le proprie prerogative, finora esercitati da organi non espressione della volontà popolare, ma da soggetti prevalentemente privati (che attualmente si identificano nella Federal Riserve, nella Banca Centrale Europea, nella Bank of England, nella Banca del Giappone e nella Banca della Cina), riconferendosi alle istituzioni parlamentari (espressioni della sovranità popolare) la piena decisionalità politica in tema di economia.

Del resto lo stesso Giulio Tremonti, intervistato in diretta nazionale al TG1 la sera di venerdì 6 marzo 2009, ebbe tra l'altro a dire "(...) la causa principale della formazione del debito pubblico è che gli Stati hanno ceduto la sovranità monetaria (...)".

Forse conosceva quanto Thomas Jefferson aveva scritto a John Madison nel 1816: "Se mai il popolo americano permetterà alle banche private di gestire l'emissione della sua moneta, allora, alternando inflazione e deflazione, le banche e le società finanziarie spoglieranno il popolo di ogni proprietà, finché i suoi figli si sveglieranno senza un tetto nel continente che i loro padri conquistarono. Credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per la nostra libertà che eserciti in armi ... il potere di emissione dovrebbe essere tolto alle banche e restituito allo Stato a cui esso propriamente appartiene.".

Sono passati circa due secoli e gli Stati non hanno ancora la propriasovranità monetaria!

E per ciascun cittadino italiano la quota individuale (virtuale e statistica) di debito pubblico ha oltrepassato la soglia dei 30.000 euro, a causa anche e soprattutto dei meccanismi perversi determinati dal signoraggio e dalla mancata sovranità monetaria !





Lettera aperta n. 2 al Fratello Silvio Berlusconi

Da http://www.grandeoriente-democratico.com/lettera_aperta_n2_al_Fratello_Silvio_Berlusconi.html

9 dicembre 2010



Caro Fratello Silvio,

mi obblighi a scriverti di nuovo ,come del resto era prevedibile.
Amici comuni mi confidano che, proprio in questi giorni di dicembre, attendi con angoscia questa mia letterina, soprattutto visti gli esiti devastanti della prima epistola che ti inviai.
Esiti devastanti anzitutto per la stabilità della tua condizione interiore e la lucidità (scarsa) delle tue iniziative immediatamente successive.
Ti ricordi?
Correva il mese di luglio 2010, giorno 26: come uno schiaffone immateriale, ricevesti la Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010, messa on-line sul frequentatissimo Sito di Grande Oriente Democratico ( www.grandeoriente-democratico.com ), subito rilanciata da Dagospia ( www.dagospia.com), commentata dal Fatto Quotidiano ( IL FATTO QUOTIDIANO del 27 luglio 2010 by Gianni Barbacetto: “E il maestro scrisse al ‘fratello Silvio’”) e recitata per circa due mesi (agosto e settembre) di giorno in giorno, su CURRENT TV, Canale n.130 di SKY.
Rilanciata sul web, su You Tube e su innumerevoli blog e siti, stampata e diffusa in uffici, esercizi commerciali, ospedali, fabbriche, studi professionali, sedi di partiti e associazioni, sono pochi gli italiani che non ne abbiano letto almeno una parte o che non ne abbiano avuto nozione, diretta o indiretta.
Nonostante i tentativi di censura tuoi e dei tuoi scagnozzi.
In effetti, essendo “aperta”, la Lettera era indirizzata non solo a te, ma anche ai nostri concittadini, confratelli massoni e non, donne e uomini.
Però era rivolta prima di tutto a te.
Nonostante ciò, non hai saputo far tesoro degli ammonimenti, delle diffide e dei fraterni consigli in essa contenuti.
Anzi, come ebbero a confidarmi persone a te molto vicine (sappi che sei circondato da innumerevoli triplo-giochisti), non appena leggesti quella fraterna epistola, preso dal panico, decidesti di giocare il tutto per tutto e attaccare a testa bassa coloro che- a torto- ritenevi potenziali “collaboratori” della tua imminente defenestrazione, da noi profeticamente annunciata.
Si trattava, invece, nel caso dei finiani(rei di dissenso interno, il diritto al quale è il pane quotidiano dei partiti liberi e democratici), di collaboratori e potenziali alleati nell’o pera di salvaguardia della democrazia e della legalità per cui Grande Oriente Democratico sta da tempo lavorando.
Ricordi? Appena poche ore dopo la pubblicazione della Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010, e in conseguenza della sua lettura da parte tua e dei tuoi collaboratori (fraterni e non), hai preso due decisioni assai poco lucide e lungimiranti.
La prima è stata quella di ordinare l’assoluto silenzio sulla lettera e su quanto rivelava a proposito del tuo cursus massonico. Un silenzio puntualmente rispettato da parte di tutti gli operatori mediatici che sono al tuo servizio e libro paga, quasi come camerieri e maggiordomi di regime.
E si tratta di tanta gente, non soltanto del direttore del TG1 o di quelli di TG5, Studio Aperto e TG4. Persino nei media teoricamente di area “oppositiva” al tuo governo, nel centro-sinistra, ci sono giornalisti che si comportano come soldati di ventura in cerca di ingaggio. Pronti a sfumare, attutire, omettere, mistificare, in cambio di qualche inconfessabile prebenda.
Complimenti a te, caro Fratello, che ti alleggerisci volentieri di qualche “metallo” (in gergo massonico, come sai, alludo ai “piccioli”…) in cambio dell’omertà di professionisti senza morale; e complimenti a voi, cari pennivendoli italioti, sempre in cerca di padroni e committenti generosi, in barba a qualunque ideale o deontologia professionale.

Caro Fratello Silvio,
ovviamente non è per noi una novità la tua capacità di utilizzare e ammansire esponenti sinistrorsi del giornalismo e della politica.
Sappiamo tutto, noi. Anche quanto è lunga la lista. Solo in politica potremmo ricordarti una lunga sfilza di nomi, situazioni e inciuci, che parte dal comunista Cossutta (per qualche affaruccio con l’Unione Sovietica, giacché la Russia è sempre stata nel tuo cuore…), passa per il Veltroni degli anni ’80 (questioni pubblicitarie e conferma del tuo monopolio delle tv private…), i D’A lema, Bargone (Antonio) e Latorre (Nicola) degli anni ’90 (qui è meglio stendere un velo pietoso, perché altrimenti parecchi si farebbero male, tra commercialisti romano-pugliesi, banche inglesi e società off-shore destinatarie di ingenti fondi…). Per non parlare dell’ultima bischerata del sedicente rottamatore fiorentino, Matteo Renzi, che va ad ambientarsi e a confabulare ad Arcore, invece di mantenere un rigoroso profilo istituzionale.
Intendiamoci: per il futuro, personalmente, vorrei che Veltroni, D’Alema, Latorre e Renzi collaborassero tutti e ciascuno alla creazione ( ex nihilo, perché attualmente non esiste) di un autentico e originale centro-sinistra: riformista, laico, libertario, con un progetto culturale, economico-industriale e sociale all’altezza delle sfide (impegnative) del XXI° secolo.
Tuttavia, per poter lavorare al presente e al futuro, occorre ripensare il passato e trarne utili insegnamenti.

Quindi, cari compagni Veltroni, D’Alema, Latorre e Renzi: basta con gli inciuci vecchi e nuovi. Cercate di non farci venire voglia di aprire armadi pieni di scheletri pericolosi, e lavorate con rigore e armonia alla rigenerazione civile del Paese.

Ma torniamo a noi, diletto Fratello Silvio.
E all’ordine del silenzio che hai impartito – un diktat capillare, dal giornalismo alla politica - col risultato che non un solo esponente del PDL si è azzardato a misurarsi con i contenuti della prima lettera, anche solo per smentirla o criticare l’attendibilità di certe imbarazzanti rivelazioni sulla tua poco onorabile carriera di massone.
Ma verrà il giorno in cui sarai costretto a dire almeno due paroline sulla tua identità di Maestro Massone (auto) Illuminato e sulla vera natura della Loggia di Arcore, operativa sin dal 1991.
Pesale bene quelle due paroline, allora. Perché tutto ciò che dirai o non dirai, te lo dico da fratello, potrà essere usato contro di te.
Ecco, io aspetto quel momento.

Poi c’è la seconda decisione poco lucida, e molto poco lungimirante, lasciatelo dire, che hai preso a causadella pubblicazione della Lettera Aperta n.1 : scatenare la caccia al presunto traditore.
Hai fatto deferire ai probiviri della PDL gli onorevoli Briguglio, Granata e Bocchino, censurando anche Gianfranco Fini e, di fatto, mettendo odiosamente alla porta sia il co-fondatore del “ Popolo della Libertà” (quale libertà, quella di obbedire ciecamente alla tua dispotica, anti-democratica e illiberale persona?), sia altri rappresentanti del popolo sovrano eletti senza vincolo di sudditanza/vassallaggio a te, ma obbligati a rispondere del loro operato solo agli italiani che li hanno votati.
Con perfetta coerenza da contro-iniziato, poi, a chi pensavi di far presiedere la corte inquisitoria dei Probiviri del PDL che doveva infliggere il rogo agli eretici finiani?
Ovviamente al Fratello Maestro Illuminato (ritenuto in passato vicino all’ Opus Dei) Vittorio Mathieu, molto intimo del Fratello Salvatore Spinello (già Gran Maestro del Grande Oriente Scozzese d'Italia, comunione di Piazza del Gesù) e infine approdato all’Accademia degli Illuminati fondata nel 2002 dal Fratello Giuliano Di Bernardo, ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e della Gran Loggia Regolare d’Italia.
E sarà un caso?
Chiariamo, una volta per tutte, che tu e i tuoi degni compari piduisti e post-piduisti appartenete a quel tipo di massoneria (con la “m” minuscola) reazionaria, conservatrice, illiberale, elitaria, gerarchica, anti-democratica, che da secoli prende sonori schiaffoni dalla vera Libera Muratoria: quella laica, liberale, libertaria, anti-clericale, pluralista, democratica, talora anche socialista.
Eppure, più prendete sonore bastonate, più tentate di risorgere in nome di una presunta Tradizione e del vostro presunto diritto di Illuminati, presuntivamente predestinati al governo elitario del mondo.
Non scherzare con la storia, caro Fratello Silvio. E non scherzare con noi di Grande Oriente Democratico.
Noi siamo gli eredi di quelli che vi hanno sconfitto tra 1776 e 1783 in America del Nord, quando logge repubblicane, democratiche e patriote (poi statunitensi) sconfissero logge monarchiche filo-inglesi.
Siamo gli eredi di quei Fratelli (soprattutto girondini) che affermarono la Rivoluzione francese nella sua fase democratica e liberale (1789-1792), anche contro le logge legittimiste e contro-rivoluzionarie, il cui pensiero fu ben riassunto dal massone clericale e reazionario (proprio come te, caro Silvio) Joseph de Maistre (1753-1821).
Noi siamo i diretti continuatori del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Giuseppe Garibaldi, e di tutti quei massoni garibaldini, mazziniani e cavouriani che hanno fatto il Risorgimento e l’Unità d’Italia.
Quel Risorgimento e quell’Unità nazionale che tu e i tuoi beceri alleati leghisti vorreste demolire nella memoria e nella percezione generale degli italiani contemporanei.
Non te lo permetteremo, caro Fratello.

Ti abbiamo avvertito.
Non hai saputo o voluto capire.
E adesso non vedi in che cul de sac ti sei andato a mettere?
Da bravo massone, una volta ricevuto un “richiamo” e diversi “ ammonimenti e diffide” da parte del sottoscritto, che ti è Fratello (“maggiore”) e che massonicamente ti chiamava ad un “lavoro a specchio”, avresti dovuto iniziare un serio processo di introspezione e auto-critica, volto ad emendare anni e anni di condotte contro-iniziatiche e assai nocive rispetto alla collettività nazionale di cui ti ostini a voler manipolare il consenso.
Purtroppo, la tua sciamannata reazione era anche sin troppo prevedibile.
Ecco perché, profeticamente, la prima lettera ti aveva avvertito di un prossimo redde rationem. Quanto amaro dovrà essere il calice che ti accingi a dover assaporare, però, solo tu potrai determinarlo, con il tuo libero arbitrio.
Mi spiego meglio.
Il 14 dicembre prossimo, quale che sia l’esito della doppia votazione al Senato e alla Camera dei Deputati, qualunque sia il conteggio finale, cambierà ben poco: la tua stella si è ormai oscurata.
Basta leggere le cosiddette indiscrezioni di Wikileaks, caro Fratello, su cui ora è necessario dire un po’ di verità ai nostri concittadini.
Tu e lo pseudo-Fratello Franco Frattini (anch’egli sciaguratamente approdato, da posizioni liberal-socialiste e laiche, a strumentali velleità neo-clericali e conservatrici da ateo devoto) sapete bene come stiano le cose, perciò non continuate a menare il can per l’aia.
Davvero vogliamo continuare a raccontare che le attuali indiscrezioni provenienti da qualche gola profonda del Dipartimento di Stato USA nuocerebbero all’amministrazione Obama?
Se una nazione volesse fare sapere ai nemici (vedi ad esempio le notizie relative all’Iran e al fatto che, in caso di attacco americano, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania ed altri paesi islamici sarebbero in prima fila tra i co-belligeranti), ma soprattutto agli alleati cosa pensa di loro, fuori dai denti e senza il paludamento del minuetto e dell’ipocrisia diplomatica, cosa dovrebbe fare?
Magari favorire la diffusione di gole profonde e di portavoce telematici come Julian Assange. O no?
Bene. Qual è l’inequivocabile messaggio che lo Zio Sam consegna, tramite Wikileaks, all’alleato italico?
Quale messaggio ha provocato reazioni rabbiose e risentite del povero indignato Frattini, pronto ormai a bruciare sul rogo l’i ndiscreto Julian Assange?
Il messaggio è forte e chiaro: Berlusconi è un alleato infido e inaffidabile, lingua in bocca con l’altrettanto infido Gheddafi, con l’anti-israeliano Erdogan, con Putin (cui consegna un pericoloso controllo sull’approvvigionamento energetico italiano, al di fuori dell’alleanza atlantica).
E non solo Berlusconi è infido e inaffidabile, ma anche incapace di governare, poco lucido, in cattive condizioni psico-fisiche e giunto ormai al capolinea.
Perciò prima gli italiani lo mandano a casa, meglio è.
Non serve a niente cercare di attutire il tremendo knock-out statunitense per mezzo delle insignificanti, leziose, tardive e niente affatto spontanee attestazioni di stima offerte da Hillary Clinton.
Fratello, è solo un uso postumo di vaselina. Postumo e, quindi, a bassissimo costo per chi lo fa e inutile per chi lo riceve.
Ma tutto questo, caro Silvio, tu lo sai molto bene. Ed è per questo che mastichi amaro, molto amaro, nel constatare che ormai “ il re è nudo”.
Sei nudo, Silvio, e non basta qualche friabile foglia di fico per coprire la tua definitiva delegittimazione e l’invito dello Zio Sam ad andartene presto in malora, se vuoi evitare conseguenze ancor più spiacevoli delle presenti.

Vorrei perciò, alla luce di tutto quanto precede, darti alcuni fraterni consigli che spero – stavolta - vorrai seguire alla lettera o giù di li.

  1. Quando a luglio ti sono arrivati i nostri primi ammonimenti, invece di ascoltarli hai pensato di poter soffocare ogni libero confronto critico all’interno del PDL e di poter eludere la vigilanza di Grande Oriente Democratico & Company sul tuo operato. I variegati (e per te infausti) eventi di questi ultimi mesi (da luglio ad oggi) dovrebbero averti dimostrato che questa è una via sbagliata e senza uscita. Ergo, accetta di fare un paio di passi indietro e favorisci la nascita di un nuovo esecutivo che possa affrontare i problemi che tu non sei stato in grado nemmeno di sfiorare. Piantala di frignare che vuoi andare a nuove elezioni e lascia che venga approvata una nuova legge elettorale, meno truffaldina di quella che ti fa tanto comodo per governare con maggioranze indebite e gonfiate, a fronte di un consenso, il tuo, che è largamente minoritario nel Paese. Accetta una nuova legge sul conflitto d’interessi che stabilisca, ad esempio, che un detentore di grandi mezzi mediatici possa, al massimo, essere il leader di un partito, ma giammai assumere il ruolo governativo di ministro e men che mai di Presidente del Consiglio o di Presidente della Repubblica. In questa prospettiva, visto che i canali tradizionali da te detenuti (Retequattro, Canale 5 e Italia Uno) sono tuttora più importanti - per introiti pubblicitari e per audience - dei recenti canali digitali o satellitari, accetta di privarti di uno dei tre canali generalisti (anche il meno importante: Retequattro), in nome di quella “rivoluzione liberale e liberista” di cui ti sei riempito vanamente la bocca per anni. E in nome dei principi anti-trust tipici di ogni democrazia occidentale. Altro che quella truffa della legge Gasparri.

  2. Licenzia tutti i tuoi cortigiani/collaboratori servili e sciocchi. Se non ti sbrighi a liberartene, ti condurranno a rovina certa e, un momento prima del tuo crollo totale, saranno i primi ad accoltellarti alle spalle. Scusati con gli italiani (magari proprio a Porta a Porta di Bruno Vespa, dove pronunciasti le tue vane promesse) per non aver onorato i vari “contratti elettorali” con loro. Scusati con gli omosessuali per le tue battute discriminatorie degne di un bauscia brianzolo che ha alzato un po’ il gomito. Scusati con quelle donne italiane e straniere che si sentono umiliate dalle tue battute misogine e maschiliste e che ne hanno le scatole piene della tua bava senescente di satiro improbabile e grottesco. Non starò a farti la morale, perché non sono un moralista. Se ti piace scopare, scopa con chi ti pare e traine tutto il piacere che vuoi, ma non ti azzardare a riempire il Parlamento (italiano ed europeo) di mezze calzette il cui unico merito è quello di aver soddisfatto le tue bramosie senili.

  3. In questi giorni corre voce che Virginia Sanjust (te la ricordi, Virginia, in relazione ai tuoi riti di magia sessuale? ) sarebbe in procinto di fare approfondite confessioni sugli aspetti esoterico-magici dei suoi rapporti erotici con te e con il tuo ambiente. Subito si è sparsa anche la voce che qualcuno dei tuoi scagnozzivorrebbe farle chiudere la bocca per sempre, seppellendola in qualche ospedale psichiatrico senza via di uscita o facendole anche di peggio… Affrettati a smentire queste gravissime voci - alle quali io mi rifiuto di credere - che ti vorrebbero come mandante di qualche odioso crimine verso una creatura indifesa e già parecchio segnata dal suo incontro (nefasto) con te.

  4. Tieni al guinzaglio i tuoi cortigiani più screanzati. In particolare, fai presente allo pseudo-Fratello Denis Verdini che “me ne frego” lo va a dire a sua nonna o a qualcuna delle sue/tue puttane, non certo al Presidente della Repubblica, al cui rispetto istituzionale e personale (trattandosi per di più di un autentico galantuomo) è doverosamente tenuto. Altrimenti gliela insegniamo noi l’educazione, a suon di scheletri danzanti che uscendo dagli armadi allieteranno le sue già impegnative vicende processuali.

  5. Astieniti, almeno fintanto che ricoprirai la carica di Presidente del Consiglio dell’Italia Unita, dal metterti a sponsorizzare acriticamente i libridi Angela Pellicciari (da Risorgimento da riscrivere a L’altro Risorgimento a I Papi e la Massoneria, eccetera). Questa operazione ci offende particolarmente, in quanto massoni, ed è per questo che le dedichiamo qualche riga. Vedi, coloro a cui rivolgi i tuoi consigli editoriali, come i giovani alla festa del PDL in presenza della ministra Giorgia Meloni, non sanno che “sporca” operazione di revisionismo storico-culturale si nasconde dietro i tuoi subdoli suggerimenti. Cantando le lodi di “Risorgimento da riscrivere: liberali e massoni contro la Chiesa”, hai dato un chiaro saggio della tua nauseabonda ipocrisia. Come massone hai disonorato il tuo status e tradito i tuoi Fratelli (lo fai a cuor leggero, perché per te la massoneria è una scuola per Eletti/Illuminati riuniti in Elites che devono manipolare e guidare il popolo bue. E della Massoneria illuminista e risorgimentale, democratica, laica, socialista e libertaria non sai che fartene). Ma hai anche confermato che prendi costantemente per il c… i tuoi elettori. Non eri tu a parlare di “rivoluzione liberale” o “partito liberale di massa”? Certo che eri tu. E poi, per compiacere le gerarchie vaticane che puntellano il tuo potere reazionario, ti accodi adesso, belando, alle esecrazioni anti-liberali della Pellicciari? L’operazione di costei è chiara e si muove a cavallo del mondo leghista e degli ambienti più clericali e retrivi della Chiesa. Lo scopo è semplice. Delegittimare il Risorgimento, demonizzare i massoni e i liberali; celebrare i valori “vandeani” contro-rivoluzionari, esaltare l’alto magistero (si fa per dire) di Papa Pio IX, l’uomo che nel 1864, con l’Enciclica Quanta Cura e il famigerato Sillabo annesso, condannò la modernità, la democrazia, il liberalismo, il socialismo, la libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Sì, anche quella libertà di religione di cui adesso il Magistero curiale si riempie la bocca, rivendicandola per sé in taluni contesti ostili. E tu, caro Fratello Silvio, Principe degli Ipocriti, di giorno fiancheggi l’operazione anti-risorgimentale, anti-liberale e anti-massonica della Pellicciari, chinandoti a baciare le sacre pantofole dei tuoi amici di Curia e titillando la vanagloria leghista; di notte, poi, bestemmi, ti scateni e celebri i tuoi privati e occulti riti massonici. Per tacere dei riti di raffinata magia sessuale pagana, alternati a più prosaiche ritualità pecorecce del tipo Bunga-Bunga. Bene, bravo, bis ! E complimenti per la coerenza.

  6. Visto che ti spacci per uno statista autorevole, caro Fratello, inizia a far sentire la tua voce in Europa, specie in Germania, relativamente alla crisi che ha colpito Grecia e Irlanda. Fatti valere e dichiara che sai benissimo chi c’è dietro le manovre macro-economiche che hanno messo in ginocchio alcuni paesi europei. Dichiaralo anche ai cittadini italiani, che non sono dei minorati e hanno diritto di sapere. A chi giova, in funzione delle esportazioni, una svalutazione dell’euro? E chi ha guadagnato dalle operazioni che hanno coinvolto Irlanda e Grecia? Chi continuerà a guadagnarci? C’è un nesso tra tutto ciò e l’incazzatura che Barack Obama si è preso recentemente con Angela Merkel? Se sei uno statista, hai capito di che parlo e agirai conseguentemente. Anche appoggiando l’ipotesi Tremonti di lanciare degli euro-bond: finalmente dal tuo Super-Ministro una proposta condivisibile e lungimirante, invece della solita politica grigia di tagli, lacrime e sangue, senza alcun rilancio del sistema produttivo.

Allora, caro Fratello, se stavolta sarai meno insipiente dell’a ltra sarà meglio per tutti. E soprattutto per te.
Ci sono però buone ragioni per farci credere che rimarrai fermo in una posizione di gelosa conservazione della massima poltrona di Palazzo Chigi.
Cercherai di comprarti qualche parlamentare con lo stesso spirito con cui, nella tua vita, hai sempre usato in modo assai spregiudicato il denaro.
E te ne andrai alla conta del 14 dicembre, in Parlamento.
Ecco, ti annuncio ufficialmente una cosa: se noi di Grande Oriente Democratico volessimo farti prendere la sfiducia, la prenderesti sicuramente - anche al Senato – e saresti costretto un minuto dopo ad andare al Quirinale con la coda fra le gambe.
Ma questo mi dicono che già lo sai, anche a partire da alcune notizie contenute nella sezione Comunicazioni dei lettori/visitatori sul sito www.grandeoriente-democratico.com e riprese da Dagospia il 6 dicembre.
Però.
Però, caro Fratello, perché farti “cadere” adesso e de-responsabilizzarti dal dovere di governare?
E’ importante che tu prenda atto della debolezza della tua maggioranza e ne tragga le conseguenze, facendo due passi indietro e, dopo vari atti di contrizione, attrizione e penitenza, guadagnati almeno una semi-assoluzione, magari ritirandoti a vita privata o, al massimo, restando il Padre Nobile (si fa per dire) del PDL (riformato in senso democratico), senza più aspirare a ruoli “ monarchici” all’interno e istituzionali all’esterno (finché avrai tutte le tv, i giornali e le case editrici che hai attualmente, non mi sembra il caso).
Ma se continuerai a recitare il ruolo della vittima, pronto a denunciare immaginari ribaltoni e a pretendere l’equiparazione tra un eventuale voto di sfiducia e il reato di Lesa Maestà, ecco: in questo caso, a chi mi chiedesse consiglio, suggerirei: dategli la fiducia, fatelo continuare nella sua opera di (mal) governo. E’ il miglior modo per aprire definitivamente gli occhi di chi ti ha votato, spesso in buona fede.
Fai. Cimentati, fra qualche tempo, con l’avanzare di una preoccupante, ulteriore crisi macro-economica incombente sull’E uropa.
Vuoi governare?
Mostra che cosa sai fare, in presenza di turbolenze speculative dagli esiti imponderabili.
Metti mano a vere riforme, ad populum e non ad personam.
Oppure, se non sei in grado, levati dalle scatole!
In definitiva, comunque, sei destinato a stare sulle spine sino all’ultimo minuto prima delle votazioni del 14 dicembre.
Noi Massoni, lo sai meglio di me, siamo imprevedibili. Magari all’ultimo momento potremmo concludere che sia bene che tu esca sfiduciato comunque.
Perciò, caro Fratello Silvio, nei prossimi giorni passerai inevitabilmente diverse notti insonni…

E’ tutto, o quasi.
Come Massone del Grande Oriente d’Italia e come leader di Grande Oriente Democratico (un movimento interno al Goi, come tu sai, che è composto da persone posizionate a destra, a sinistra e al centro), posso solo auspicare che tu esca presto di scena e che i futuri spazi politici siano occupati da nuovi e più democratici schieramenti: un centro-destra de-berlusconizzato, moderno e pluralista con Fini, Casini e Rutelli; un centro-sinistra totalmente inedito e orgoglioso della propria nuova identità: laica, libertaria, riformista, liberal-socialista, se possibile.
Anzi, per l’Italia, l’obiettivo di un centro-sinistra così è non solo possibile, ma assolutamente necessario e urgente.
Ti invio nel frattempo il mio Triplice Fraterno Abbraccio e Ti saluto, caro Fratello Silvio.
GOOD NIGHT AND GOOD LUCK!

P. S. Come individuo che personalmente ha deciso di impegnarsi ad aiutare il centro-sinistra, insieme ad altri (numerosi) liberi muratori di G.O.D. (cioè del G.O.I.) e di altre comunioni massoniche italiane, nonché insieme ad altre/i concittadine e concittadini non-massoni, ho provveduto a costituire il Movimento “ Democrazia Radical Popolare” ( www.democraziaradicalpopolare.it ).
Di esso si parlerà un bel po’ nei prossimi giorni.
Non si tratta di un partito che voglia presentarsi alle prossime elezioni.
Non si tratta affatto di un partito.
Esso tenterà di proporsi come il filo conduttore e il trait d’union tra tutti i diversi partiti e le diverse anime del centro-sinistra, per “riunire ciò che è sparso”, come diciamo noi Fratelli, e per traghettare, da ambienti una volta gravitanti nel centro-destra, nuovi e decisivi consensi a beneficio di chi intende candidarsi a governare il Paese con ben altri presupposti dal velleitarismo parolaio di marca berlusconiana.

A questo proposito, in chiusura di questa Lettera N°2, ho il piacere di annunciare che sarà presto pubblicata una Lettera Aperta n.1 ai Dirigenti e alla Base del Centro-Sinistra italiano, che avrà i connotati di una vera e propria scossa elettrica.
Con questa anticipazione: non si possono concepire alleanze con i “terzi poli”, con tizio o con caio, se non si sono tracciati i confini della propria identità progettuale.
Prima di ogni altra cosa, il Partito Democratico deve guadagnare coraggio e capacità di iniziativa, tessendo attorno a sé le fila di una serie di alleanze alla sua sinistra e al suo fianco.
Prima ancora di dialogare verso il centro, e sempre ammesso che questo “dialogo centrista” abbia un senso anche oltre l’ipotesi di un governo contingente di solidarietà nazionale in questa legislatura, nel dopo-Berlusconi.
Occorre attirare di nuovo a sinistra tutti quei socialisti costretti alla diaspora (verso Berlusconi o verso l’astensione dal voto, soprattutto) dopo tangentopoli e la fine del PSI e che masticano amaro quando gli si prospetta un’alleanza con Di Pietro.
A costoro andrà spiegato che Di Pietro agì comunque (da PM) contro un sistema corrotto e troppo costoso per la collettività, che non avrebbe in ogni caso potuto durare a lungo.
A Di Pietro bisognerà far notare che la tradizione del socialismo democratico italiano si è sentita perseguitata e devastata da inchieste che, talora, è potuto sembrare non separassero bene il grano dal loglio. Come se si volesse gettare via il bambino insieme all’ acqua sporca.
Agli ex-democristiani del PD bisognerà parlare chiaro: o stanno dentro per realizzare un grande partito di centro-sinistra laico, libertario e moderno, altrimenti seguano la scia di Paola Binetti e vadano a pascolare le proprie fisime confessionali altrove.
Si possono mettere in politica molti valori di base del cattolicesimo e del cristianesimo (capacità di integrazione dei diversi, altruismo, generosità, compassione verso gli “ultimi”, integrità morale, eccetera) ma questi valori sono tipici di chi ha una fede adulta.
Coloro che sono ancora spiritualmente bambini e sentono di dover obbedire ciecamente e acriticamente a Mamma Curia, raggiungano la Binetti, Volonté e Buttiglione o addirittura i vari Roccella, Quagliarello, Lupi e altri della lobby clericale italiota.
Ma non stiano a rompere l’anima nel PD, sempre un po’ dentro e un po’ fuori, sempre in procinto di varcare il Rubicone per ricongiungersi agli altri amati lacerti della tradizione democristiana.
Il PD non deve essere né socialista, né radicale, né democristiano, né liberale: piuttosto una nuova sintesi di tutte queste importanti storie politiche.
L’attuale, maggiore partito di opposizione, dovrebbe anche aiutare la rigenerazione di tutte le realtà politiche alla sua sinistra; dialogare con i più vivaci movimenti della società civile: popolo viola, movimento a 5 stelle, etc.
Inoltre, dovrebbe essere lo stesso PD a calendarizzare al più presto le primarie. Invece di rimandarle. Per paura di che?
Così come dovrebbe essere lo stesso Bersani a lanciare Nichi Vendola come candidato del PD per l’intera coalizione.
Vendola è un candidato pulito, colto, capace, onesto e carismatico: una risorsa per tutto il centro-sinistra, ma soprattutto per un PD che voglia recuperare l’entusiasmo di chi non va più a votare, ma un tempo votava PDS e poi DS.
Bersani ha l’occasione di rafforzarsi come segretario del principale partito del futuro governo del Paese, una carica/funzione che va distinta da quella del leader di coalizione.
Ma su ciò avremo modo di tornare molto presto, con dovizia di analisi, ragionamenti, proposte, prospettive e progetti concreti.
Per convincere gli italiani. E vincere, naturalmente.

Per chiudere, vale quanto già detto nel P.S. della Lettera Aperta n.1 al Fratello Silvio Berlusconi del 26 luglio 2010: sarà meglio per qualunque scagnozzo al soldo del Fratello Gustavo Raffi o del Fratello Silvio Berlusconi tenersi a debita distanza da ciascuno di noi e dei nostri cari. Com’è noto, mordiamo…

GIOELE MAGALDI.