giovedì, giugno 18, 2009

Un italiano: Adriano Lemmi.

Da wikipedia, su Adriano Lemmi:
"Adriano Lemmi (Livorno, 30 aprile 1822 – Firenze, 23 maggio 1906) è stato un banchiere italiano. Fu eletto alla massima carica di Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia il 17 gennaio 1885.

Riuscì dove i suoi predecessori avevano fallito, ovvero riunificare, sotto il labaro del Grande Oriente d'Italia, tutte quelle Obbedienze massoniche italiane che, per varie vicissitudini, vivacchiavano e languivano in modo non coordinato, e riassestò le finanze del G.O.I. Adriano Lemmi,iscritto alla Massoneria dal 1875, fu il primo a intuire l'importanza di avere a propria disposizione una loggia "coperta" per manovrare la finanza pubblica stando dietro il palcoscenico. Il suo programma massonico era semplicemente quello di far uscire dalle logge i poveracci e i pensatori, l'obiettivo doveva essere quello di conquistare il potere: "Chi è al governo degli Stati o è nostro fratello o deve perdere il posto". La stessa filosofia un secolo più tardi ispiro' Licio Gelli."

Da wikipedia, sulla P2:

"...
Origini [modifica]

La loggia Propaganda, come si chiamava in origine, fu istituita nel 1877 dal Gran maestro Giuseppe Mazzoni, ma fu Adriano Lemmi (Gran maestro dal 1885 al 1895) a darle prestigio, riunendo al suo interno deputati, senatori e banchieri del Regno d'Italia che, in ragione dei loro incarichi, erano costretti a lasciare le loro logge territoriali e stabilirsi a Roma.

Nel 1893 scoppiò lo scandalo della Banca Romana che mise alla luce gravi irregolarità amministrative commesse da numerosi banchieri italiani, molti dei quali legati alla loggia Propaganda. In seguito allo scandalo, questa venne ridimensionata e marginalizzata.

Dopo la prima guerra mondiale, la massoneria italiana sostenne il fascismo – pur disapprovando lo squadrismo – almeno fino al febbraio 1923, quando il Gran Consiglio del Fascismo dichiarò l’incompatibilità tra fascismo e massoneria. Due anni dopo le leggi fasciste abolirono le libertà di stampa e di associazione, costringendo il Gran maestro della loggia Propaganda, Domizio Torrigiani, a firmare il decreto di scioglimento.

La Liberazione sancì la rinascita della loggia Propaganda, che prese il nome "Propaganda 2" per ragioni di numerazione delle logge italiane imposte dal Grande Oriente d'Italia e venne riorganizzata sotto l'influenza della massoneria americana.

La relazione della Commissione parlamentare sulla P2, firmata da Tina Anselmi, mette in luce la persona che mise in stretto legame la massoneria italiana e americana: il reverendo metodista Frank Gigliotti, già agente della sezione italiana dell’OSS, in seguito agente CIA e responsabile, tra gli altri, della riorganizzazione della mafia in Italia[4]...."

Dal Catalogo Collettivo della provincia di Livorno:

"
Biblioteca Labronica
Fondo Massoneria livornese Adriano Lemmi

Il fondo, nell'ambito dell'accrescimento del patrimonio bibliografico della Biblioteca Labronica, è stato donato con lo scopo precipuo di far conoscere, attraverso una accurata selezione di volumi sull'argomento, la storia, le finalità, i principi etici, i modelli organizzativi della Massoneria.
I volumi sono stati catalogati secondo gli standard bibliografici previsti dalle procedure informatiche S.B.N. (Servizio Bibliotecario Nazionale) ed immessi nel catalogo collettivo della provincia di Livorno (OPAC) al fine di permetterne la consultazione al maggior numero possibile di utenti, a livello nazionale ed internazionale, attraverso l'utilizzo di collegamenti Internet.
L'intitolazione del fondo ad Adriano Lemmi (Livorno, 1822 - Firenze, 1906) vuol rendere omaggio ad una personalità livornese molto nota in ambito massonico (fu eletto Gran Maestro della Massoneria nel 1885), finanziatore del movimento risorgimentale, in contatto con Mazzini e Garibaldi.
"

domenica, giugno 14, 2009

CODEX ALIMENTARIUS

Il 31 dicembre 2009 entrà in vigore il Codex Alimentarius, normativa "globale".

Pesticidi e anticrittogammici per le coltivazioni, oppure antibiotici e ormoni della crescita per i bovini diventeranno obbligatori, a tutela della nostra salute.

Chiunque vorrà commercializzare qualsivoglia prodotto alimentare dovrà essere debitamente "autorizzato".

Tutto sotto lo sguardo vigile di WTO, OMS e FAO.

domenica, giugno 07, 2009

Accade solo in Toscana?

Banca, si entra con le impronte

il Tirreno — 03 marzo 2006 pagina 01 sezione: MONTECATINI
MONTECATINI. Il cliente si presenta all’ingresso. La porta si apre, ma prima di poter entrare nel locale gli viene chiesto un ulteriore passaggio. Quello dell’impronta digitale. Allora appoggia il pollice o un dito a piacere su un lettore digitale e la porta si schiude.
Succede alla filiale di Larciano del Credito Cooperativo della Valdinievole e il sistema potrebbe essere esteso anche alle altre cinque agenzie in servizio sul territorio dopo l’ennesima rapina avvenuta l’altra mattina ai danni dell’istituto di credito di via Gramsci in Traversagna.
Da ieri a presidiare l’ingresso della banca è stata messa una guardia giurata. Una presenza che può dissuadere eventuali malintenzionati.
L’ultimo colpo ha impressionato gli impiegati dell’istituto. I rapinatori erano dei professionisti che hanno agito con freddezza e decisione.
Valentino Pieri è il presidente del Credito Cooperativo della Valdinievole.
«Il problema più che la presenza di una guardia giurata o meno è la posizione della banca - spiega Pieri -. Le zone periferiche come Traversagna si prestano bene per la rete stradale in cui si trovano alle vie di fuga. In questo senso i banditi sono agevolati. Quella di via Gramsci non è una filiale presa di mira più di altre. Se andassimo a vedere nel resto della provincia troveremmo situazioni uguali o con maggiori colpi. Da stamani (ieri, ndr), comunque, abbiamo messo una guardia fuori dall’agenzia. Ma al di là di questo stiamo studiando un sistema di rilevazione delle impronte digitali. Lo abbiamo installato a Larciano e sta funzionando. I clienti impiegano solo un po’ più di tempo per entrare».
L’impronta digitale elettronica come una chiave o una parola d’ordine per entrare in banca può essere, secondo Valentino Pieri, un deterrente a chi si presenta al banco con brutte intenzioni.
«Se un pregiudicato o chi vuole fare una rapina sa che le sue impronte vengono registrate forse ci pensa bene prima di fare il colpo - è il ragionamento del presidente del Credito Cooperativo -. Le impronte poi, per la legge sulla privacy, vengono cancellate dalla banca dati provvisoria che viene creata con l’ingresso dei clienti in banca. È un sistema tecnologico che stiamo valutando con attenzione più che mettere le guardie fuori dalle banche».
Pietro Barghigiani

Lo scanner delle impronte può essere un deterrente

il Tirreno — 15 maggio 2009 pagina 05 sezione: LIVORNO
LIVORNO. Una guardia giurata ha sempre un buon effetto di deterrenza preventiva, mentre i sistemi antintrusione in uso nelle banche non hanno sempre dato grandi risultati. In compenso ci sono nuovi sistemi di ripresa elettronica che alle immagini uniscono anche la raccolta delle impronte, e che hanno già dato ottimi risultati dal punto di vista investigativo, consentendo di arrestare i rapinatori. Il colonnello Francesco Zati è il comandante del reparto operativo dei carabinieri, e si è dovuto occupare delle indagini di molte rapine. Proprio per questo conosce bene pregi e difetti dei sistemi di sicurezza delle banche. Bussole girevoli, doppie porte e metal detector, in un primo tempo sembravano la risposta migliore, ma ultimamente si stanno dimostrando sempre più inefficaci. Infatti in genere i metal detector che bloccano le porte sono tarati in modo da avvertire la presenza di una massa metallica abbastanza grande, come quella di una pistola, ma non riescono a individuare i taglierini usati dai banditi per minacciare impiegati e clienti. Si potrebbe ovviare mettendo una taratura diversa dell’apparecchio, ha spiegato il colonnello Zati, ma in questo modo ci sarebbero problemi se entra qualcuno che ha una protesi metallica oppure se ha un grosso mazzo di chiavi oppure ancora molte monete metalliche in tasca. E così, per sveltire ingressi e uscite dalle sale delle banche, succede che a volte il metal detector non funzioni proprio, come è successo di scoprire a volte dopo una rapina. Funzionano abbastanza bene invece le telecamere interne ed esterne, e adesso c’è, anche in alcune banche livornesi, un nuovo sistema che scannerizza l’impronta digitale di chi preme il pulsante per entrare in banca e la collega ad una foto scattata nel momento. Questi dati vengono tenuti per un breve lasso di tempo a sola disposizione, in caso di necessità, delle forze dell’ordine, che così possono collegare subito immagini e, in caso di pregiudicati, nomi e indirizzi. Così è successo anche a Livorno che, dopo il colpo, i banditi hanno trovato i carabinieri ad attenderli sotto casa.

lunedì, giugno 01, 2009

Trash Vortex - Il Continente di plastica

Certe notizie arrivano per caso e sono talemente gigantesche, apocalittiche che sembra impossibile che i media non ne parlino. Così oggi ascoltando una trasmissione radiofonica ho saputo che nell'oceano pacifico ci sarebbero delle isole artificiali, costituite esclusivamente d'immondizia, talmente vaste da essere state calcolate in due volte la superficie degli Stati Uniti.
Il primo ad accorgersene sembra sia stato l'oceanografo Charle Moore che ha lanciato l'allarme nel lontano 1997, ma del quale il grande pubblico è rimasto all'oscuro fino al febbraio 2008 quando l'Indipendent ha pubblicato un articolo: "Pacific Trash Vortex", appunto.
Mi sono accorto di essere anch'io in ritardo "sul pezzo", come si dice in gergo, di almeno un anno o forse più; però mi consolo pensando di essere arrivato in anticipo rispetto alla stragrande maggioranza dei media ufficiali.

Se volete approfondire cercate in rete:
pacific trash vortex

Con un approccio un po' empirico ho "lanciato" Google Earth e ho scansionato l'area del pacifico indicata dagli articoli ma non ho trovato nulla, penso che una superficie di quella dimensione dovrebbe vedersi anche da una certa altitudine... che sia una bufala?
Cosa ne pensate?