venerdì, luglio 29, 2011

Banche, imprenditori e Fiat entrano nel mondo della scuola pubblica

Tratto da: http://baronemarco.blogspot.com/2011/06/banche-imprenditori-e-fiat-entrano-nel.html
Quando si parla di scuola azienda, sembra di parlare di un qualcosa di astratto, di ideologico, di politico.
Ma la realtà dimostra che la scuola pubblica italiana corre verso un processo di aziendalizzazione compiuta della stessa.
Ed il tutto ha avuto inizio grazie alle riforme poste in essere da quei governi, chiamateli se volete di sinistra, ma in verità solo sinistrati, con l'introduzione per esempio dell'autonomia scolastica, con i Pof, con i progetti nel settore scolastico.
Che altro scopo non avevano se non quello di mettere in concorrenza le varie scuole pubbliche tra di loro, di offrire un prodotto spendibile per ottenere iscritti e maggiori fondi.
Alla faccia della solidarietà tra le scuole, il cui unico scopo sarebbe quello di cooperare per la salvaguardia del diritto all'istruzione, per la salvaguardia della scuola pubblica.
Si affermano sempre con maggior consistenza termini come mission, utenza, cliente.
E badate, questi termini, vengono utilizzati specialmente dagli apparati ministeriali e governativi, anche periferici.

Non chiamateli studenti ma chiamateli utenti.
Quasi come se la scuola fosse uno sportello postale o bancario.
Veniamo al dunque di tale vicenda.
Il ministro Mariastella Gelmini ha f atto il punto sulla situazione dei due progetti di valutazione, insegnanti e istituti scolastici, avviati nel febbraio scorso. Sostiente che sarebbero stati  premiati 276 docenti, che hanno preso parte al progetto, con una mensilità in più.
Ovviamente nulla si dice sul caso di quelle scuole che hanno rifiutato il concetto della premialità e della fatica che ha dovuto fare il Ministero per trovare gli insegnanti disponibili a partecipare a tale sistema che de facto vuole introdurre quella meritocrazia che dividerà i lavoratori della scuola che collegherà il salario alla produttività, concetto caro anche ad alcune sigle sindacali confederali.
Concetti di stampo aziendalistico che dovrebbero essere lungi dal settore scolastico ma la realtà sembra essere diversa.
Perchè non parlare degli stipendi dei docenti ? Perchè non incrementare lo stipendio di tutti i docenti della scuola sui livelli di quelli tedeschi o svizzeri? Perchè non investire nella formazione del personale scuola?
Il MIUR parla di
Progetto "Valorizza": la valutazione dei docenti 

La sperimentazione avrebbe coinvolto 905 docenti di 33 scuole delle Regioni Piemonte, Lombardia e Campania.
Elementi principali del progetto:
* autovalutazione professionale;
* apprezzamento comprovato e condiviso all'interno di ciascuna scuola;
* apprezzamento dell'utenza (genitori e studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di II grado), opportunamente rilevato e validato.
Ma la cosa che dovrebbe fare riflettere è la stretta collaborazione che matura tra il MIUR ed alcune realtà.
Parlo della Fondazione per la Scuola della Compagnia di S. Paolo che è ente strumentale  della Compagnia San Paolo che risulta essere il principale azionista di Intesa Sanpaolo con azioni pari al 9,888%.
Parlo dell' Associazione TreeLLLe  nella cui  Assemblea dei soci fondatori e garanti si leggono i nomi di
Fedele Confalonieri, Gian Carlo Lombardi, Luigi Maramotti, Pietro Marzotto, Attilio Oliva, Marco Tronchetti Provera. Segretario Assemblea: Guido Alpa. 

Tutte realtà che, a detta del MIUR, in piena autonomia, stanno conducendo una ricerca scientifica sul progetto "Valorizza" per raccogliere indicazioni ed elementi per perfezionare il metodo.I risultati di questa ricerca verranno presentati nel mese di ottobre.




Ma si parla anche del Progetto "VSQ (Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle scuole)": la valutazione degli istituti scolastici
Il Progetto riguarda 77 scuole delle province di Arezzo, Mantova, Pavia e Siracusa, di cui 69 Istituti comprensivi e 8 scuole secondarie di primo grado, circa 5.600 docenti e 57.000 famiglie.
Ovviamente anche in questo caso nulla si dice del rifiuto di vari Istituti a non voler collaborare a tale progettualità. Penso per esempio a Pisa.
Chi collabora a questo progetto?
Anche sul funzionamento di VSQ è in corso una ricerca scientifica condotta in piena autonomia e con proprie risorse dalla "Fondazione Giovanni Agnelli". 
La Fondazione Giovanni Agnelli è un istituto indipendente di cultura e di ricerca nel campo delle scienze umane e sociali. È stata fondata nel 1966 dalla Fiat e dall'IFI, che le hanno conferito il patrimonio, in occasione del centenario della nascita del Senatore Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat. Ha sede a Torino.
Consiglieri: Anna Agnelli   Vittorio Avogadro di Collobiano   Carlo Barel di Sant'Albano   Vittorino Chiusano   Sergio Chiamparino   Gianluigi Gabetti   Gianni Letta   Sergio Marchionne   Mario Monti   Tiziana Nasi

Ed infine, tra tagli  e ridimensionamenti di organici spuntano fuori 15 milioni di euro per il sistema INVALSI...

E' questa la scuola del futuro? 
La scuola di Marchionne? delle Banche? del Capitale?
La scuola pubblica deve essere difesa, nei prossimi giorni vi sarà lo sciopero degli scrutini, indetto dai Cobas scuola, con tanto di manifestazione a Roma, per difendere proprio quella scuola pubblica che il capitale dei privati vuole lentamente controllare e gestire.
IndignArsi è un diritto ma in questo caso è un dovere.

Marco Barone

giovedì, luglio 14, 2011

Codice Penale, Titolo VII: DEI DELITTI CONTRO LA FEDE PUBBLICA

Titolo VII: DEI DELITTI CONTRO LA FEDE PUBBLICA
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Capo I: DELLA FALSITÀ IN MONETE, IN CARTE DI PUBBLICO CREDITO E IN VALORI DI BOLLO

Art. 453 Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di monete falsificate
È punito con la reclusione da tre a dodici anni e con la multa da lire un milione a sei milioni; 1) chiunque contraffà monete nazionali o straniere, aventi corso legale nello Stato o fuori; 2) chiunque altera in qualsiasi modo monete genuine, col dare ad esse l’apparenza di un valore superiore; 3) chiunque, non essendo concorso nella contraffazione o nell’alterazione, ma di concerto con chi l’ha eseguita ovvero con un intermediario, introduce nel territorio dello Stato o detiene o spende o mette altrimenti in circolazione monete contraffatte o alterate; 4) chiunque, al fine di metterle in circolazione, acquista o comunque riceve da chi le ha falsificate, ovvero da un intermediario, monete contraffatte o alterate.
Art. 454 Alterazione di monete
Chiunque altera monete della qualità indicata nell’articolo precedente, scemandone in qualsiasi modo il valore, ovvero, rispetto alle monete in tal modo alterate, commette alcuno dei fatti indicati nei numeri 3 e 4 del detto articolo, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da lire duecentomila a un milione.
Art. 455 Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate
Chiunque, fuori dei casi preveduti dai due articoli precedenti, introduce nel territorio dello Stato, acquista o detiene monete contraffatte o alterate, al fine di metterle in circolazione, ovvero le spende o le mette altrimenti in circolazione, soggiace alle pene stabilite nei detti articoli ridotte da un terzo alla metà.
Art. 456 Circostanze aggravanti
Le pene stabilite negli articoli 453 e 455 sono aumentate se dai fatti ivi preveduti deriva una diminuzione nel prezzo della valuta o dei titoli di Stato, o ne è compromesso il credito nei mercati interni o esteri.
Art. 457 Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede
Chiunque spende, o mette altrimenti in circolazione monete contraffatte o alterate, da lui ricevute in buona fede, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a lire due milioni.
Art. 458 Parificazione delle carte di pubblico credito alle monete
Agli effetti della legge penale, sono parificate alle monete le carte di pubblico credito. Per "carte di pubblico credito" si intendono, oltre quelle che hanno corso legale come moneta, le carte e cedole al portatore emesse dai Governi, e tutte le altre aventi corso legale emesse da istituti a ciò autorizzati.
Art. 459 Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati
Le disposizioni degli articoli 453, 455 e 457 si applicano anche alla contraffazione o alterazione di valori di bollo e alla introduzione nel territorio dello Stato, o all’acquisto, detenzione e messa in circolazione di valori di bollo contraffatti; ma le pene sono ridotte di un terzo. Agli effetti della legge penale si intendono per "valori di bollo" la carta bollata, le marche da bollo, i francobolli e gli altri valori equiparati a questi da leggi speciali.
Art. 460 Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico credito o di valori di bollo
Chiunque contraffà la carta filigranata che si adopera per la fabbricazione delle carte di pubblico credito o di valori di bollo, ovvero acquista, detiene o aliena tale carta contraffatta, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione da due a sei anni e con la multa da lire seicentomila a due milioni.
Art. 461 Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata
Chiunque fabbrica, acquista, detiene o aliena filigrane o strumenti destinati esclusivamente alla contraffazione o alterazione di monete, di valori di bollo o di carta filigranata è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da lire duecentomila a un milione.
Art. 462 Falsificazione di biglietti di pubblica impresa di trasporto
Chiunque contraffà o altera biglietti di strade ferrate o di altre pubbliche imprese di trasporto, ovvero, non essendo concorso nella contraffazione o nell’alterazione, acquista o detiene al fine di metterli in circolazione, o mette in circolazione tali biglietti contraffatti o alterati, è punito con la reclusione fino a un anno e con la multa da lire ventimila a quattrocentomila.
Art. 463 Casi di non punibilità
Non è punibile chi, avendo commesso alcuno dei fatti preveduti dagli articoli precedenti, riesce, prima che l’Autorità ne abbia notizia, a impedire la contraffazione, l’alterazione, la fabbricazione o la circolazione delle cose indicate negli articoli stessi.
Art. 464 Uso di valori di bollo contraffatti o alterati
Chiunque, non essendo concorso nella contraffazione o nella alterazione, fa uso di valori di bollo contraffatti o alterati è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a lire un milione. Se i valori sono stati ricevuti in buona fede, si applica la pena stabilita nell’articolo 457, ridotta di un terzo.
Art. 465 Uso di biglietti falsificati di pubbliche imprese di trasporto
Chiunque, non essendo concorso nella contraffazione o nell’alterazione, fa uso di biglietti di strade ferrate o di altre pubbliche imprese di trasporto, contraffatti o alterati, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire ventimila a quattrocentomila. Se i biglietti sono stati ricevuti in buona fede, si applica soltanto la multa fino a lire sessantamila.
Art. 466 Alterazione di segni nei valori di bollo o nei biglietti usati e uso degli oggetti così alterati
Chiunque cancella o fa in qualsiasi modo scomparire, da valori di bollo o da biglietti di strade ferrate o di altre di pubbliche imprese di trasporto, i segni appostivi per indicare l’uso già fattone, è punito, qualora ne faccia uso o lasci che altri ne faccia uso, con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire ventimila a quattrocentomila. Alla stessa pena soggiace chi, senza essere concorso nell’alterazione, fa uso dei valori di bollo o dei biglietti alterati. Si applica la sola multa fino a lire sessantamila, se le cose sono state ricevute in buona fede.

Capo II: DELLA FALSITÀ IN SIGILLI O STRUMENTI O SEGNI DI AUTENTICAZIONE, CERTIFICAZIONE O RICONOSCIMENTO

Art. 467 Contraffazione del sigillo dello Stato e uso del sigillo contraffatto
Chiunque contraffà il sigillo dello Stato, destinato a essere apposto sugli atti del Governo, ovvero, non essendo concorso nella contraffazione, fa uso di tale sigillo da altri contraffatto, è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da lire duecentomila a quattro milioni.
Art. 468 Contraffazione di altri pubblici sigilli o strumenti destinati a pubblica autenticazione o certificazione e uso di tali sigilli o strumenti contraffatti
Chiunque contraffà il sigillo di un ente pubblico o di un pubblico ufficio, ovvero, non essendo concorso nella contraffazione, fa uso di tale sigillo contraffatto, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da lire duecentomila a due milioni. La stessa pena si applica a chi contraffà altri strumenti destinati a pubblica autenticazione o certificazione, ovvero, senza essere concorso nella contraffazione, fa uso di tali strumenti.
Art. 469 Contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione
Chiunque, con mezzi diversi dagli strumenti indicati negli articoli precedenti, contraffà le impronte di una pubblica autenticazione o certificazione, ovvero, non essendo concorso nella contraffazione, fa uso della cosa che reca l’impronta contraffatta, soggiace alle pene rispettivamente stabilite nei detti articoli, ridotte di un terzo.
Art. 470 Vendita o acquisto di cose con impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione
Chiunque, fuori dei casi di concorso nei reati preveduti dagli articoli precedenti, pone in vendita o acquista cose sulle quali siano le impronte contraffatte di una pubblica autenticazione o certificazione, soggiace alle pene rispettivamente stabilite per i detti reati.
Art. 471 Uso abusivo di sigilli e strumenti veri
Chiunque, essendosi procurati i veri sigilli o i veri strumenti destinati a pubblica autenticazione o certificazione, ne fa uso a danno altrui, o a profitto di sé o degli altri, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a lire seicentomila.
Art. 472 Uso e detenzione di misure o pesi con falsa impronta
Chiunque fa uso, a danno altrui, di misure o di pesi con la impronta legale contraffatta o alterata, o comunque alterati, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a lire un milione. La stessa pena si applica a chi nell’esercizio di una attività commerciale, ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, detiene misure o pesi con l’impronta legale contraffatta o alterata, ovvero comunque alterati. Agli effetti della legge penale, nella denominazione di "misure" o di "pesi" è compreso qualsiasi strumento per misurare o pesare.
Art. 473 Contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno o di prodotti industriali
Chiunque contraffà o altera i marchi o segni distintivi, nazionali o esteri, delle opere dell’ingegno o dei prodotti industriali, ovvero, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali marchi o segni contraffatti o alterati, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a lire quattro milioni. Alla stessa pena soggiace chi contraffà o altera brevetti, disegni o modelli industriali, nazionali o esteri, ovvero, senza essere concorso nella contraffazione o alterazione, fa uso di tali brevetti, disegni o modelli contraffatti o alterati. Le disposizioni precedenti si applicano sempre che siano state osservate le norme delle leggi interne o delle convenzioni internazionali sulla tutela della proprietà intellettuale o industriale.
Art. 474 Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi
Chiunque, fuori dei casi di concorso nei delitti preveduti dall’articolo precedente, introduce nel territorio dello Stato per farne commercio, detiene per vendere, o pone in vendita, o mette altrimenti in circolazione opere dell’ingegno o prodotti industriali, con marchi o segni distintivi, nazionali o esteri, contraffatti o alterati, è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a lire quattro milioni. Si applica la disposizione dell’ultimo capoverso dell’articolo precedente.
Art. 475 Pena accessoria
La condanna per alcuno dei delitti preveduti dai due articoli precedenti importa la pubblicazione della sentenza.

domenica, luglio 10, 2011

INTERVISTA AUDIO rilasciata da Gioele Magaldi il 24 giugno 2011 a La Zanzara (radio24)

http://www.grandeoriente-democratico.com/intervista_radio24_3/25_giugno_2010_Intervista_3_Radio_24.html

ATTENTI AL CAIMANO PIDUISTA

Tratto da: http://www.democraziaradicalpopolare.it/Democrazia_Radical_Popolare_Flash_News_del_9-10_luglio_2011.html

Democrazia Radical Popolare:  Flash News del 9-10 luglio 2011
(“ATTENTI AL CAIMANO PIDUISTA”, “LA COPPIA TREMONTI-MILANESE E QUELLA LETTA-BISIGNANI” e “TAV-NO TAV in VAL DI SUSA”)





“ATTENTI AL CAIMANO PIDUISTA”
Su la Repubblica dell’8 luglio 2011 l’ormai famigerata e iper-glossata intervista/chiacchierata con Silvio Berlusconi che, con ritrovata pericolosità manipolatoria della pubblica opinione, ribadisce quanto aveva già lasciato “filtrare” mesi fa.
Cosa ammannisce agli spaesati concittadini tartassati dalle manovre vessatorie di Tremonti l’immarcescibile Fratello Caimano?
Che lui farà il padre nobile del PDL, che Angelino Jolie detto Al Fano sarà il candidato premier nel 2013, che Gianni Letta sarebbe un perfetto Presidente della Repubblica.
Berlusconi dichiara, poi parzialmente smentisce o sminuisce, questa volta come l’altra.
Visto che il film proposto è lo stesso, riproponiamo i commenti che già facemmo nel pezzo Due Maggiordomi con una Fava: i finti progetti del Massone Piduista e Pitreista Silvio Berlusconi per Palazzo Chigi (Premier falsamente designato: Angelino Alfano) e per il Quirinale (Presidente della Repubblica falsamente designato: Gianni Letta), non senza ribadire ciò che pensiamo della recente svolta alfaniana, invitando, chi ancora non l’avesse fatto, a cimentarsi nella lettura di Angelino Jolie detto "Al Fano" e la patetica e servile messinscena del Consiglio Nazionale del P.D.L., cioè del partito dei lecca...
Certo, comunque, che ci vuole proprio una bella faccia di bronzo per proporre un modesto picciotto di provincia come futuro Presidente del Consiglio el’alter-ego del Massone Piduista e pregiudicato Luisi Bisignani (cioè Gianni Letta) quale Presidente della Repubblica.
Ma attenti al Caimano…
Che, probabilmente, dopo una lunga fase di torpore e di continue smarronate mediatiche, sta riprendendo a giocare di fino.
I suoi obiettivi? Logorare Giulio Tremonti (vedi il clima preparatorio della vicenda di Marco Milanese) e agevolare e fomentare occultamente una tale guerra di bande all’interno del PDL, da indurre alla fine tutti i cortigiani, per non sbranarsi più, ad INVOCARE a gran voce la sua sempiterna candidatura.
Ma nel frattempo, attraverso questa tiritera del padre nobile che trascende le umane miserie partitiche e si ritira ad austere meditazioni da vecchio saggio (o vecchio satiro, a secondo delle interpretazioni), affrontare meglio gli eventuali attacchi che potrebbero essere portati al suo semi-monopolio mediatico e preparare adeguatamente l’entrata in politica della figlia Marina Berlusconi, vero asso nella manica da giocare al momento giusto, né troppo presto, né troppo tardi.
Tanti auguri, ma riteniamo che gli amici di Grande Oriente Democratico si metteranno di mezzo rispetto a questi progetti, che non sembrano andare nella direzione di una nuova fase politica rigenerata e de-berlusconizzata del centro-destra italico.
Sarebbe auspicabile, piuttosto, che il PDL diventasse un partito serio e autentico (rinunciando a permanere un’azienda/feudo della casata di Arcore), in grado di eleggere il proprio Segretario e i propri dirigenti, invece di farli nominare per volere grazioso del Monarca Silvio.

“LA COPPIA TREMONTI-MILANESE E QUELLA LETTA-BISIGNANI”
In attesa di più sapide e approfondite riflessioni, facciamo presente che, così come è impensabile che Gianni Letta non sapesse tutto quello che imbastiva e “trafficava” Luigi Bisignani (e non da ieri, ma da anni e anni), così appare ridicolo non constatare che le gesta improprie del Consigliere politico del Ministro dell’Economia, Marco Milanese, erano consentite e avallate proprio dal suo stretto legame con Giulio Tremonti.
Il quale non poteva non sapere quali e quante manovre di potere metteva in opera Milanese.
Tremonti non è un cretino e non è né cieco né sordo.
La verità è che lo scontro tra la “Ditta” capeggiata da Letta-Bisignani e la mini-corte di Tremonti con gran ciambellano Milanese è uscito drammaticamente allo scoperto, mostrando che razza di gente amministra la res publica e si permette di venire a fare la morale su come si dovrebbero governare l’economia e gli altri settori rilevanti di interesse collettivo.
E se Luigi Bisignani e Marco Milanese devono rendere conto di svariate cose alla magistratura e al popolo italiano, non dubitiamo che analogo dovere riguardi anche Gianni Letta e Giulio Tremonti.
Altro che futuro Presidente della Repubblica (Letta) o presente Supremo Garante dei conti pubblici e del rigore di bilancio e futuro Primo Ministro di un governo di transizione (Tremonti): l’uno torni a fare il consulente/lobbista strapagato di Goldman Sachs e l’altro si rimetta a fare il tributarista strapagato di chi vuole pagare meno tasse che può all’erario.
Entrambi, Letta e Tremonti, si ritirino a vita privata, insieme ai loro manutengoli e al loro compare di Arcore.
Amen.

“TAV-NO TAV in VAL DI SUSA”
In questi giorni, tanti di noi (e specialmente Gioele Magaldi) hanno ricevuto svariate mails, messaggi, telefonate di persone che manifestavano la propria avversione o approvazione per l’ormai ultra-noto progetto di costruzione di una rete ferroviaria ad alta velocità (TAV) che congiunga Torino e Lione.
In astratto, Noi di Democrazia Radical Popolare siamo favorevoli alla realizzazione di infrastrutture tecnologicamente avanzate (pur con la dovuta attenzione all’eco-sostenibilità di qualsivoglia opera) e, dunque, saremmo favorevoli anche alla realizzazione di questo impegnativo progetto che tanto fa discutere.
Il problema, però, è anzitutto di METODO.
Se moltissimi abitanti della Val di Susa e loro amministratori locali (sindaci), con l’ausilio di docenti, professionisti vari, esperti, esprimono da tempo ragionate argomentazioni a sfavore di questo specifico progetto TAV Torino-Lione, sostenendo che l’opera è troppo costosa e non produrrà effetti competitivi per il trasporto delle merci (obiettivo principale a cui l’iniziativa sembra destinata), che ci sono grandi rischi per la “tenuta” della valle in caso di alluvioni qualora i tunnel previsti fossero realizzati, che ci sono rischi di malattie gravi in ragione degli squilibri geologici e minerali implicati dai lavori di costruzione previsti, allora forse bisognerebbe trattare la questione in termini più dialogici e meno ideologici.
D’altro canto, bisogna pur considerare che lo sviluppo infrastrutturale e tecnologico di ogni nazione-in epoca moderna e contemporanea- ha sempre comportato qualche danno collaterale all’ambiente circostante. Ma se quando si dovevano realizzare le grandi reti autostradali italiane si fossero fermati i progetti a causa delle lamentele di questa o quella parte di popolazioni locali più toccate dai disagi inerenti tali infrastrutture, oggi non potremmo spostarci agevolmente da una parte all’altra della penisola e saremmo un paese ancora più sotto-sviluppato di quanto già non siamo.
Bisogna infrangere il totem dell’immobilismo e dell’avversione dura e pura ad ogni cambiamento dell’ambiente circostante, così come il dogma della indiscutibile ragione di stato.
Lo Stato sono i cittadini.
E, specie in tempi di enfatizzazione retorica del federalismo, occorre che le popolazioni locali siano consultate preventivamente sulle grandi opere che interessano il loro territorio.
Questo, sia detto anche a beneficio del Ministro Maroni e di quei leghisti che, sulla vicenda della Val di Susa, hanno assunto atteggiamenti iper-centralisti e anti-autonomisti, confermando in modo osceno la cialtronaggine e l’opportunismo della propria linea politica.
D’altra parte, poiché determinate infrastrutture non interessano solo le cittadinanze locali, ma quelle più ampie della nazione o dei rapporti bilaterali tra paesi europei, sarebbe bene che le consultazioni fossero fatte su scala adeguata, con referendum coinvolgenti tutte le collettività nazionali interessate.
Come sintesi provvisoria, in attesa di studiare meglio le ragioni pro e contro questa specifica realizzazione della TAV Torino-Lione, Noi di Democrazia Radical Popolare proponiamo che:
  1. I Media nazionali invitino governo italiano, rappresentanti delle istituzioni locali del Piemonte e della Val di Susa, rappresentanti ed esperti dei gruppi a favore o a sfavore della realizzazione di questa infrastruttura, per un confronto aperto, leale, competente e non retorico né pseudo-ideologico della questione, al cospetto dell’intero popolo italiano (questo è il sale della DEMOCRAZIA)
  2. Il Governo e le forze politiche di tutto l’arco costituzionale prendano in considerazione la possibilità di un Referendum consultivo nazionale sulla vicenda
  3. I Gruppi di cittadini della Val di Susa (o le associazioni di altre provenienze) si impegnino a manifestare il proprio dissenso rispetto all’opera in corso sempre e comunque in modo pacifico, non-violento e rispettoso delle leggi, senza aggressioni o resistenza armata rispetto a coloro che-incolpevoli di alcunché-stanno eseguendo dei lavori legalmente autorizzati o rispetto a quei ragazzi delle forze dell’ordine che ubbidiscono ad ordini superiori e compiono soltanto il loro dovere di far rispettare la legalità
  4. Tuttavia, e questo lo diciamo con il pieno avallo degli amici di Grande Oriente Democratico, non vogliamo percepire nemmeno il più vago sentore di storie di infiltrati fra la folla pacifica (benché determinata) collocati in determinate situazioni per provocare e giustificare reazioni spropositate delle forze di sicurezza. Non vogliamo più nemmeno lontanamente pensare, inoltre, che anche in Val di Susa possa essere reiterata la squallida messa in scena degli IMPRENDIBILI BLACK BLOC (o BLOCK) che a Genova per il G8 del 2001 arrivarono, devastarono, provocarono e se ne andarono indisturbati senza che le forze dell’ordine si preoccupassero di prevenirne l’azione, interromperla o arrestare qualcuno dei partecipanti. Noi e gli amici di GOD siamo pro-globalizzazione (sebbene riteniamo che essa debba riguardare non solo le merci e la finanza, ma anche i diritti civili e politici, nonché la tutela di sacrosanti diritti dei lavoratori, specie quelli più esposti a sfruttamento) e non riteniamo che molti dei manifestanti anti-G8 avessero ben meditato il senso (talora squinternato e poco avveduto) delle proprie proteste. Però la vicenda di Genova 2001 è stata UNA PAGINA VERGOGNOSA, per le forze dell’ordine e per i servizi segreti italiani, così come per i servizi di intelligence di altri paesi che “monitoravano” l’evento. Vicende del genere, NOI non intendiamo mai più TOLLERARLE. E se sulla vicenda del G8 di Genova rimandiamo alla lettura dell’interessante libro di Franco Fracassi, G8 GATE. 10 anni d’inchiesta: I segreti del G8 di Genova, 2011, pubblicato dalla casa editrice Alpine Studio (vedi Copertina di:  Franco Fracassi, G8 GATE. 10 anni d’inchiesta: I segreti del G8 di Genova, Alpine Studio 2011 e Scheda di: Franco Fracassi, G8 Gate. 10 anni d’inchiesta: I segreti del G8 di Genova), sugli aspetti poco chiari (presenti e futuri) di questa vicenda della Val di Susa, lo ripetiamo FORTE e CHIARO: non vogliamo vedere violenze da parte di valligiani manifestanti o di loro simpatizzanti venuti da fuori, ma non vogliamo nemmeno vedere sospetti infiltrati o presunti black-block che prima agiscono violentemente, ma poi nessuno si premura di arrestare ed interrogare…E’ TUTTO CHIARO A TUTTI? Chi ha orecchie e intelletto per intendere, INTENDA.

LE CITTADINE E I CITTADINI DI DEMOCRAZIA RADICAL POPOLARE

lunedì, luglio 04, 2011

Democrazia diretta: come si scrive una costituzione

La nuova Costituzione dell’Islanda sta nascendo grazie a internet a Facebook e YouTube

giovedì 30 giugno 2011 di Umberto Calabrese 

Tratto da: http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article17574


In Islanda dalla crisi economica del 2008 che ha mandato in bancarotta buona parte del Paese qualcosa è cambiato. E questo cambiamento passa anche dalla nuova carta costituente, una Costituzione 2.0: in Islanda a luglio termineranno i lavori, ma quotidianamente le bozze vengono condivise con i cittadini attraverso Facebbok e Twitter. Inoltre su è disponibile un canale video e attraverso Flickr si possono avere contributi fotografici.

L’Islanda sta rinascendo grazie a internet ed ai social network. Il lavoro della commissione costituzionale viene infatti condiviso quasi in tempo reale attraverso YouTube e compagni, così che ogni articolo della bozza possa ricevere input e correzioni dal popolo della rete. Tutto questo, in un Paese di 320 mila persone dove il 60% degli abitanti possiede un profilo su Facebook vuol dire, più’ o meno, il popolo tutto.
La bozza su cui stanno lavorando i venticinque membri dell’assemblea costituente viene regolarmente aggiornata e pubblicata online, con l’invito rivolto ai cittadini a inviare commenti e suggerimenti, alcuni dei quali già assimilati all’interno del testo in corso d’opera. Anche i lavori della stessa Assemblea sono pubblici e possono essere seguiti in diretta sulla rete: un rinnovamento digitale a 360°.
È proprio su Facebook social network che ogni decisione presa sulla nuova “carta costituzionale” viene messa al “vaglio” della popolazione. Gli islandesi possono così valutare quanto appena deciso, e proporre eventuali modifiche o suggerimenti, che verranno poi eventualmente valutati dalla stessa commissione.
Gli aggiornamenti “in tempo reale” delle sedute, non si fermano solamente al “canale” Facebook (o Twitter), ma vengono messi “in rete” anche attraverso altre piattaforme “virtuali” e, soprattutto, “sociali”.
I video relativi alle riunioni sono infatti caricati direttamente su Youtube, mentre le immagini migliori trovano la loro diffusione su Flickr.
La tecnologia, in tal caso, viene usata come mezzo di accesso “diretto” al processo decisionale da parte degli utenti della rete.
Una “sperimentazione”, quella dell’Islanda, che potrebbe fare quindi da “apripista”, per eventuali azioni simili anche in altre parti del mondo.
La nuova Costituzione on line è dunque l’atto che sancisce un mutamento politico incessante e prepotente, una vera rivoluzione, il culmine di un desiderio di partecipazione che restituisce davvero la res-pubblica ai legittimi proprietari.
L’Islanda non ha mai posseduto una costituzione propria, perché all’atto della proclamazione della Repubblica, l’isola si dotò della carta danese, ovviamente emendata ad hoc in quel passaggio che consegna l’autorità, invece che al re, al presidente della Repubblica.
La rivoluzione passata nel silenzio più assoluto sta arrivando alla Costituzione 2.0 che è stata preceduta da un lavoro preparatorio encomiabile.
I venticinque costituenti che siedono in Parlamento da novembre 2010 sono stati eletti in base a requisiti elementari: la maggiore età e il sostegno di 30 persone. Tutti tranne i minorenni e gli eletti nazionali, in pratica: si sono presentati in 522, e venticinque di loro sono ascesi agli onori pubblici. Dalle linee guida emerse in questi giorni, si possono già elencare alcuni principi cardine della Costituzione secondo gli islandesi: separazione tra Chiesa e Stato, la nazionalizzazione di tutte le risorse naturali e una chiara separazione di potere esecutivo e legislativo.
Particolarmente sentiti, dopo la crisi del 2008 ed il tentativo di scippo delle solite multinazionali a caccia di business, sono i temi ambientali.
È prevista infatti nella nuova Carta una totale tutela del patrimonio paesaggistico dell’Isola, che vanta più di ottanta tra parchi, monumenti naturali, riserve paesaggistiche e rifugi faunistici.
L’Islanda ha il miglior indice ambientale del 2010: qualità dell’aria, utilizzo delle risorse idriche, forestali, sfruttamento della pesca, biodiversità e agricoltura, sono quanto di meglio c’è nel pianeta in termini di qualità e sostenibilità. Attualmente governa una coalizione di sinistra formata da socialdemocratici, femministe ed ex-comunisti.
Il 27 giugno a Bruxelles si sono aperte le trattative per l’ingresso dell’Islanda nell’Unione europea - I dossier più complessi: pesca e Icesave (la banca online fallita sulla scia di Lehman Brothers).
l’Islanda potrebbe diventare il ventinovesimo membro Ue in un paio di anni (la Croazia entrerà nel 2013). Il piccolo Paese nordico gode infatti di una legislazione largamente in linea con quella europea, dato che già fa parte del See, lo spazio economico associato all’Ue che raggruppa anche Norvegia e Liechtenstein.
L’Islanda ha una popolazione di soli 300mila abitanti, meno di Malta, ma mantiene un’importanza strategica per Bruxelles, legata alle sue grandi distese di acque territoriali: le più pescose del pianeta e oggi di sfruttamento esclusivo dei pescatori islandesi.
Una situazione destinata a cambiare in caso di entrata nell’Ue: la condivisione delle risorse ittiche si annuncia pertanto il dossier più spinoso per l’opinione pubblica islandese, che potrebbe rifiutare l’adesione in un referendum.
Ma a complicare le trattative ci sarà anche il caso Icesave, la banca online fallita sulla scia di Lehman Brothers. Reykjavik deve restituire 3,8 miliardi di euro ai depositanti di Olanda e Regno Unito, ma il piano di rimborso è stato bocciato in ben due referendum dai contribuenti islandesi, sui quali avrebbe pesato un debito di 12mila euro pro capite.
Proprio la doppia crisi bancaria e valutaria che ha investito l’isola nel 2008 è all’origine dell’attuale processo di adesione. Il modello di sviluppo basato sul credito facile e la spregiudicatezza finanziaria si è rivelato insostenibile, sollevando il dubbio se una nazione così piccola possa cavalcare l’onda della globalizzazione e allo stesso tempo restare al di fuori dell’UE e dell’euro. Prima del prossimo decisivo referendum, gli islandesi hanno ancora del tempo per riflettere sui pro e i contro dell’integrazione con il resto del Continente.
Ma il popolo islandese invece di preoccuparsi, si sta dotando di una rivoluzionaria Costituzione alimentata dalla rete, e potrebbe anche contenere un articolo in cui non sarà previsto nessun rimborso, e l’UE che farà? Certo un popolo che come quello siciliano ha il primato del primo parlamento moderno. Infatti, intorno all’anno Mille si trovano resoconti di assise in Islanda (l’Alþing), nelle isole Isole Far Oer e nella Sicilia normanna. In Sicilia si evolse in parlamento legislativo intinerante con prima sede a Mazzaro del Vallo e poi Taormina, ecc...Ma fu nel 1130 con al convocazione delle Curiae generales da parte di Ruggero II a Palermo, nel Palazzo dei Normanni con la proclamazione del Regno di Sicilia che si può parlare di primo parlamento in senso moderno.
Ma senza ombra di dubbio l’Islandesi come i siciliani intorno all’anno mille fecero una prima rivoluzione democratica con assemblee popolari, in Islanda la storia si ripete e nei dintorni del 2011 si danno una Costituzione popolare e democratica usando le moderne Agorà di Facebook e You tube...
Nell’Isola di Islanda è in atto la prima sommossa democratica del millennio e nell’Isola di Sicilia i giovani hanno le Forchette rotte e non sono né grillini, né cretini ma guardano al futuro rivendicando il diritto di non far più mangiare a nessuno il proprio futuro... in Spagna il popolo è in piazza in quanto non è merce per banchieri e politici... in Grecia le piazze sono in fuoco... credo che per le democrazie plebiscitarie e i loro leader, per il consumismo esasperato, le banche e le ideologie dell’800 e ’900 il sipario stia per calare, il mondo ha fame di democrazia, perché la democrazia è l’unica forma, imperfetta quanto si vuole, ma è il senso della nostra vita!

domenica, luglio 03, 2011

Debito Nazionale degli Stati Uniti in tempo reale

U.S. National Debt Clock : Real Time

Operazione Italia



Tratto da:  http://anonops-ita.blogspot.com/2011/06/comunicato-30062011.html
 

Operation Italy

Target:

www.telecomitalia.it

Comunicato

All'attenzione dei cittadini del mondo,

Anonymous ha deciso di attaccare ancora e lo fa colpendo Telecom Italia
Anonymous vuole una rete libera e cmbatte da sempre per la libertà i internet nel mondo.

In Italia da un po' di tempo la situazione è critica, ci sono dei filtri applicati al p2p che limitano la banda dell'utente

Noi siamo Anonymous
Noi non perdoniamo
Aspettateci sempre

Fonti:
http://computerflorence.blogspot.com/2011/02/telecom-italia-minaccia-il-p2p.html

Crisi, coppia vive in auto da 8 mesi

Tratto da: http://www.rainews24.rai.it/it/foto-gallery.php?galleryid=154311


Da otto mesi, una famiglia di Messina ha trasformato una Fiat 600 nella propria dimora perchè non puo' permettersi di pagare un affitto. L'auto che funge da casa si trova nel parcheggio Pistonina, nei pressi di un supermercato. Oltre a Salvatore Castorina, 41 anni, e alla moglie Veronica Li Causi, 24, di origine romana, nell'auto dorme pure una cagnetta, dalla quale i coniugi non vogliono assolutamente separarsi.
L'uomo, che come la moglie è stato abbandonato dalla famiglia, ha perso il lavoro qualche mese fa e da allora la coppia ha dovuto lasciare l'appartamento di via Marco Polo, dove abitava, ed è stata costretta a dormire in auto. Per sfamarsi si è appoggiata alla Caritas, ma non solo.

Un futuro spaventoso

Tratto da: http://www.megachip.info/tematiche/democrazia-nella-comunicazione/6416-un-futuro-spaventoso.html

di Massimo Fini.

Si avverte in giro, sotto le rutilanti bellurie che ogni giorno ci vengono ammannite per placare la nostra ansia, un desolante “sensus finis”. Non parlo qui dell’Italia che un tempo, molti secoli fa, fu un luogo importante e oggi è ridotta a uno sputo nell’universo mondo. Parlo dell’Occidente inteso non però in senso tecnico (del resto che cosa sia realmente l’Occidente, termine inquietantemente orwelliano, nessuno è mai stato in grado di precisarlo), ma come modello di sviluppo economico e sociale che ormai coinvolge il mondo intero, da New York agli Urali alla muraglia cinese al Gange.

La grande Rivoluzione che ha cambiato la storia del mondo ha preso le mosse circa otto secoli fa proprio dall’Italia quando si afferma per la prima volta come forte classe sociale la figura del mercante (oggi detto imprenditore) fino ad allora collocata, in tutte le culture d’oriente e di occidente, all’ultimo gradino della gerarchia umana, inferiore, perlomeno eticamente, persino allo schiavo.

È la Rivoluzione della percezione del tempo. Si passa dal quieto e statico presente al dinamico e allettante futuro. Lo storico Piero Camporesi esprime così, nel dualismo contadino/mercante, povero/ricco, questo diverso atteggiamento esistenziale: “L’affannoso tempo storico e lineare del mercante misurato sui ritmi della partita doppia, dei tassi di interesse e dell’investimento produttivo, non era il tempo dei contadini, serpentino, ciclico, ritmato dalle stagioni, dai soli e dalle lune… Il povero coniuga i verbi al presente, non conosce le lusinghe ingannevoli del futuro, contrariamente al ricco che costruisce strategie nel tempo tracciando precari piani e ipotetiche prospettive” (Cultura popolare e cultura d’élite fra Medioevo ed età moderna).

Per otto secoli abbiamo inseguito questo futuro orgiastico con accelerazioni sempre più parossistiche che passano per la Rivoluzione industriale e l’odierna globalizzazione che ha coinvolto, per amore o per forza, anche culture che non ne volevano sapere. Ed ora questo futuro è finalmente arrivato. È qui. E si presenta sotto forme spaventose. Un modello che ha puntato tutto sull’economico, rendendo marginali tutte le altre e complesse componenti dell’essere umano, provocando stress, angoscia, nevrosi, depressione, anomia, dipendenza da ogni sorta di droga per avere la forza di tirare avanti, fallisce anche, e proprio, sull’economico.

Le crisi si succedono alle crisi. E, invece di rifletterci su, vengono tamponate al solito modo: immettendo nel sistema denaro inesistente, cioè un’ipoteca su un ulteriore futuro tanto sideralmente lontano da essere solo una Fata Morgana. Ma un giorno, vicino, questo trucchetto da magliari non reggerà più. La gente, sia pur confusamente, lo avverte. Un modello basato sulle crescite infinite, che esistono solo in matematica, cioè nell’astrazione, quando non potrà più espandersi imploderà su se stesso provocando una catastrofe planetaria.

Probabilmente questo era il destino, ineludibile, di quell’arrogante specie animale che è quella umana. Elisabetta Pozzi conclude la pièce Cassandra che, col mio contributo, porterà in tournèe nei prossimi mesi, nel circuito teatrale estivo, con queste profetiche e agghiaccianti parole di Nietzsche: “In un angolo remoto dell’universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c’era una volta un astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza. Fu il minuto più tracotante e più menzognero della storia del mondo: ma tutto durò soltanto un minuto. Dopo pochi respiri della natura, la stella si irrigidì e gli animali intelligenti dovettero morire. Quando tutto sarà finito, non sarà avvenuto nulla di notevole”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2011.

Link: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/02/un-futuro-spaventoso/136077.

venerdì, luglio 01, 2011

Quello che internet ci nasconde

Fonte: http://www.internazionale.it/quello-che-internet-ci-nasconde/

Se due persone fanno la stessa ricerca con Google ottengono risultati diversi. In rete vediamo solo informazioni selezionate in base ai nostri interessi e orientamenti.