domenica, ottobre 25, 2009

il Ritalin può far male, ma deve restare in commercio

Agenzia del Farmaco: il Ritalin può far male, ma deve restare in commercio
Tratto da www.giulemanidaibambini.org

L’Agenzia Europea del Farmaco (EMEA) termina la revisione sul Ritalin®: “aritmie, possibili arresti cardiaci, ischemie cerebrali, psicosi e forme maniacali, alterazioni del pensiero e paranoie, tossicità per la crescita”. (Poma, Giù le Mani dai Bambini®): “Dopo aver trovato conferma a tutti i rischi potenziali di questo psicofarmaco sui bimbi, l’EMEA conclude che comunque va mantenuto in commercio. L’Agenzia del Farmaco non dipende dalla Direzione Sanità dell’U.E., ma dalla Direzione Industria: questa report ne è una prova lampante, invece di difendere gli interessi dei bimbi difendono gli interessi dei produttori”

Il 22 giugno 2007 la Commissione Europea aveva chiesto l’avvio di una procedura di deferimento al CHMP (Comitato per i Medicinali ad uso Umano dell’EMEA) per tutti i medicinali contenenti metilfenidato, il principio attivo del Ritalin®, il contestato psicofarmaco a base di metanfetamina che anche in Italia viene somministrato a bimbi troppo agitati e distratti. La Commissione aveva ritenuto infatti che andassero valutati alcuni dubbi sulla sicurezza, comprendenti disordini cardiovascolari e cerebrovascolari, potenzialmente associati al trattamento con questi psicofarmaci. Nel suo report finale, l’EMEA ha presentato le sue conclusioni. In sintesi: “L’analisi dei dati (…) mostra effetti del metilfenidato (…) costituiti perlopiù da aritmie cardiache (compresa tachicardia), ipertensione, arresto cardiaco, ischemia, con qualche segnalazione di morte improvvisa (…) E’ parere del CHMP/EMEA che, dal riesame dei dati emergano prove sufficienti per sospettare l’esistenza di una relazione di causa-effetto tra uso di metilfenidato e tali reazioni, e sono emerse prove precliniche di un effetto diretto del metilfenidato sulla struttura dei tessuti cardiaci. Le revisioni condotte sulla letteratura scientifica pubblicata e sui dati epidemiologici sono pervenute alla stessa conclusione (…) ed è stato riconosciuto che esiste un rischio potenziale (…). E’ emerso che le segnalazioni di eventi cerebrovascolari riguardavano principalmente: accidente cerebrovascolare, ictus, infarto cerebrale e ischemia cerebrale (…), occlusione arteriosa cerebrale ed occlusione dell’emisfero cerebrale destro. I dati presentati suggerivano che gli eventi si fossero verificati entro le dosi raccomandate (normale dosaggio terapeutico, ndr). Gli eventi avversi a livello psichiatrico correlati al metilfenidato e segnalati negli studi clinici comprendevano aggressività, comportamento violento, psicosi, forme maniacali, irritabilità e suicidarietà, quelli emersi più frequentemente nelle segnalazioni spontanee erano comportamento anormale, alterazione del pensiero, rabbia, ostilità, aggressività, agitazione, tic, irritabilità, ansia, pianto, depressione, sonnolenza, ADHD aggravata, iperattività psicomotoria, disordine emotivo, nervosismo, disordine psicotico, variazioni dell’umore, pensieri morbosi, disturbo ossessivo-compulsivo, cambiamento/disturbo della personalità, irrequietezza, stato confusionale, allucinazioni, letargia, paranoia e suicidarietà. Il riesame dei dati pre-clinici indica che il metilfenidato causa mutazioni comportamentali (…) consistenti principalmente in iperattività e comportamento stereotipato. Negli studi pre-clinici sono emerse alcune prove di un effetto del metilfenidato su alcuni parametri della crescita, sulla maturazione sessuale e sugli ormoni collegati (…) nonché potenziale tossicità per lo sviluppo (…)”. Infine, conclude l’EMEA, in base ai dati presentati “sono stati individuati i rischi significativi derivanti da un uso off-label, da un uso improprio o dalla diversione del medicinale”. Pur considerando assieme tutti questi elementi, il CHMP/EMEA ha comunque concluso che “il rapporto rischi/benefici dei prodotti contenenti metilfenidato per il trattamento dei bambini dai 6 anni di età in su è favorevole”, ed ha raccomandato “il mantenimento dell’autorizzazione all’immissione in commercio, modificando però il riassunto delle caratteristiche del prodotto e del foglio illustrativo conformemente a quanto emerso dalla rivalutazione”. Commenta la notizia Luca Poma, giornalista e portavoce di “Giù le Mani dai Bambini®”, il più rappresentativo Comitato per la farmacovigilanza pediatrica nel nostro paese (www.giulemanidaibambini.org), che riunisce Università, ASL, Ordini dei medici ed associazioni di promozione sociale: “Delle due l’una: o l’EMEA non riconosceva i rischi del metilfenidato, o se li riconosceva – e li ha riconosciuti chiaramente – avrebbe dovuto bloccarne la commercializzazione o comunque assumere determinazioni ben più drastiche che non delle semplici modifiche al foglio illustrativo. Questa vicenda ci chiarisce una volta di più, se mai fosse necessario, chi mira a tutelare l’Agenzia Europea del Farmaco, che dipende stranamente dalla Direzione Industria e non dalla Direzione Sanità e che è continuamente bersaglio delle potenti lobby farmaceutiche: in questo caso tutela le aziende ed i loro interessi finanziari, non certamente i piccoli pazienti”. Il Ritalin®, prodotto dalla multinazionale Novartis® in questi anni è stato un vero e proprio “blockbuster”: un basso costo per confezione ha permesso la Sua diffusione massiccia nel mondo, con oltre 20 milioni di prescrizioni all’anno per sedare comportamenti “difficili” di bambini ed adolescenti e per migliorarne le performance scolastiche.

Banche Armate 2009

Banche Armate 2009
Luca Kocci – tratto da “La Voce delle Voci”, n.6 giugno 2009 - www.lavocedellevoci.it
Triplicati per le banche italiane i compensi di intermediazione sulla vendita di armi all’estero. Abbiamo letto in esclusiva la relazione. Ed ecco i dati (elenco incompleto n.d.r.)

Bnl - Bnp Paribas = 1.461 mil
Intesa S. Paolo = 851 mil
Deutsche Bank = 776 mil
Unicredit = 606 mil
Societé Generale = 431 mil
Banca Antonveneta = 217 mil
Banco di Brescia = 208 mil
Banco di Sardegna = 63 mil
Banco di S. Giorgio = 30 mil
Carige = 11 mil
Banca Popolare Emilia Romagna = 9 mil
Banca Popolare Etruria e Lazio = 7 mil

Banca nazionale del Lavoro, Intesa-San Paolo e Unicredit: sono le principali banche italiane coinvolte nel commercio di armi. Nulla di illegale - intervengono in operazioni regolarmente autorizzate - ma si tratta evidentemente di attività da non pubblicizzare troppo, tanto che sono stati gli stessi istituti di credito a chiedere al governo di non rendere pubblica la Relazione del ministero dell'Economia e delle Finanze su esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, che invece la Voce ha potuto leggere. E le "banche armate", sulla scia del grande aumento dell'export di armi made in Italy e sfruttando l'onda lunga dell'aumento delle spese militari sostenuto dal governo di centro-sinistra di Prodi (+ 22%, in due anni), hanno fatto grandi affari, triplicando i «compensi di intermediazione» che hanno incassato dai fabbricanti di armi.

Nel corso del 2008, infatti, sono state autorizzate 1.612 «transazioni bancarie» per conto delle aziende armiere, per un valore complessivo di 4.285 milioni di euro (nel 2007 erano state la metà, 882, per 1.329 milioni). A questi vanno poi aggiunti 1.266 milioni per «programmi intergovernativi» di riarmo (cioè i grandi sistemi d'arma costruiti in collaborazione con altri Paesi, come ad esempio il cacciabombardiere Joint Strike Fighter - Jsf - per cui l'Italia spenderà almeno 14 miliardi nei prossimi 15 anni), quasi il doppio del 2007, quando la cifra si era fermata a 738 milioni. Un volume totale di "movimenti" di oltre 5.500 milioni di euro, per i quali le banche hanno ottenuto compensi di intermediazione attorno al 3-5%, in base al valore e al tipo di commessa.

La regina delle "banche armate" è la Banca Nazionale del Lavoro (del gruppo francese Bnp Paribas) con 1.461 milioni di euro. Al secondo posto si piazza Intesa-San Paolo di Corrado Passera, già braccio destro di Carlo De Benedetti ed ex amministratore delegato di Poste Italiane, con 851 milioni (a cui andrebbero aggiunti anche gli 87 milioni della Cassa di Risparmio di La Spezia , parte del gruppo), per lo più relativi a «programmi intergovernativi»: il cacciabombardiere Eurofighter, le navi da guerra Fremm e Orizzonte, gli elicotteri da combattimento Nh90 e diversi sistemi missilistici.
Eppure due anni fa il gruppo aveva dichiarato che, proprio per «dare una risposta significativa a una richiesta espressa da ampi e diversificati settori dell'opinione pubblica che fanno riferimento a istanze etiche», cioè la campagna di pressione alle banche armate, avrebbe sospeso «la partecipazione a operazioni finanziarie che riguardano il commercio e la produzione di armi e di sistemi d'arma pur consentite dalla legge».

«Si tratta di transazioni relative a operazioni sottoscritte e avviate prima dell'entrata in vigore del nostro codice di comportamento e che dureranno ancora a lungo», è la spiegazione che fornisce Valter Serrentino, responsabile dell'Unità Corporate Social Responsibility di Intesa-San Paolo. Anche Unicredit negli anni passati aveva ripetutamente annunciato di voler rinunciare ad appoggiare le industrie armiere, eppure nel 2008 è stata la terza "banca armata" italiana, con 606 milioni di euro. Nessuna dichiarazione di disimpegno invece da parte della Banca Antonveneta, che lo scorso anno ha movimentato 217 milioni. Mentre piuttosto ambigua è la situazione del Banco di Brescia: nel 2008 ha gestito per conto delle industrie armiere 208 milioni di euro benché il gruppo di cui fa parte dal 1 aprile 2007, Ubi (Unione Banche Italiane), nel suo codice di comportamento abbia stabilito che «ogni banca del gruppo dovrà astenersi dall'intrattenere rapporti relativi all'export di armi con soggetti che siano residenti in Paesi non appartenenti all'Unione Europea o alla Nato» e che «siano direttamente o indirettamente coinvolti nella produzione e/o commercializzazione di armi di distruzione di massa e di altri armamenti quali bombe, mine, razzi, missili e siluri».

«La policy del gruppo non vieta le operazioni di commercio internazionale - spiega Damiano Carrara, responsabile Corporate Social Responsibility di Ubi - ma le disciplina prevedendo che il cliente della banca», cioè l'industria armiera, non si trovi «in Paesi che non appartengano alla Ue o alla Nato, e questo divieto è pienamente rispettato».
Ma i dubbi restano. «Da quando, lo scorso anno, è sparito dalla Relazione il lungo e dettagliato elenco delle singole operazioni effettuate dagli istituti di credito - spiega Giorgio Beretta, analista della Rete italiano Dísarmo - è impossibile giudicare l'operato delle singole banche. Senza quell'elenco, infatti, i loro codici di comportamento non sono comprovati dal riscontro ufficiale che solo la Relazione del governo può fornire».

martedì, ottobre 13, 2009

INFLUENZA A: ARMA (SANITARIA) DI DISTRAZIONE E INTIMIDAZIONE DI MASSA O PERICOLO REALE?

da retescuole.net
L'influenza A arma di distrazione? No, grazie
di Luigi Ambrosi
INFLUENZA A: ARMA (SANITARIA) DI DISTRAZIONE E INTIMIDAZIONE DI MASSA O PERICOLO REALE?
L’ influenza classica fa circa 500.000 morti nel mondo ogni anno, ed è per questo la terza causa di morte per malattie infettive dopo Aids e Tbc. Il ceppo virale in arrivo è stato codificato in H1N1-influenza “A” (è stato eliminato il termine, del resto improprio, di influenza suina a seguito delle proteste dei produttori di alimentari di origine suina).
Questa influenza ha già attraversato l’emisfero australe la scorsa primavera contagiando 95 000 persone e causando 430 morti in 122 Stati (L’ultimo aggiornamento dell’OMS- Organizzazione Mondiale Sanità, pubblicato il 6 luglio). A settembre 2009 in Australia, ad inverno ormai concluso, risultavano decedute, per influenza “A”, 132 persone contro una media stagionale di 310. Attualmente (fine settembre) abbiamo questi dati: in data 30 settembre 2009. (dall’Aprile 2009):
Casi fatali nel mondo: 4 334
Casi fatali in Europa: 174
Stato Europeo con più decessi: Inghilterra (82 morti)
Stato al mondo con più decessi: Brasile con 899 morti (popolazione 192 milioni)
Incidenza mortalità dell’influenza H1N1: 0,4 per mille
Incidenza mortalità dell’influenza stagionale: 1 per milleC
asi di contagio accertati nel mondo: 318 925 (25 settembre)
Casi di contagio accertati in Europa: 54 667 (28 settembre)
Casi di contagio accertati in Italia: 2 470 (28 settembre)
Stato europeo con maggior numero di contagi:Germania 18893 (28 settembre)
Persone colpite dal virus A H1N1 finite in ospedale in Italia: 704
Decessi causati dal virus in Italia: 3
Il Messico (si pensa sia alla seconda ondata pandemica) ha avuto 226 decessi totali dall’inizio della pandemia. Normalmente in USA ci sono 60 milioni di contagi e 36mila decessi in un anno causati dall’influenza stagionale.
L’allarme generale suscitato dalla OMS sui pericoli di questa influenza(promossa addirittura da epidemia a pandemia) risulta per ora assolutamente infondato, almeno per quanto riguarda l’emisfero australe dove l’inverno (coincidente con la nostra estate) fa da test dei ceppi influenzali che giungeranno da noi nell’emisfero boreale durante il nostro inverno. Primo e fuori dal coro del “terrorismo sanitario”, il ministro della sanità spagnolo, Trinidad Jiménez, ha ammesso che l'allarme creatosi attorno al virus H1N1 è esagerato ed ingiustificato, dato che si tratta di un virus più debole e meno pericoloso di quello dell'influenza stagionale; l’OMC (organizzazione medica collegiale) spagnola aveva precedentemente affermato che “tale allarme risponde unicamente agli interessi del mondo economico e politico, mentre la comunità medica vuole rassicurare la popolazione che non vi sarà nessuna micidiale pandemia” ed ha rinominato questa influenza “l’epidemia del timore”. Alla luce dei dati attuali, l’allarme scatenato per questa epidemia influenzale appare quindi più che esagerato, quasi terroristico. Ogni anno, come abbiamo detto, ci sono circa mezzo milione di morti da complicanze influenzali; nel passato queste morti non venivano evidenziate particolarmente; ora “qualcuno” nel mondo ha scelto e deciso di far evidenziare quotidianamente le morti da influenza. Potevano farlo per le morti da povertà, da lavoro o da incidenti stradali, da AIDS, da TBC, da malaria, da dissenteria (due milioni di bambini morti all’anno); hanno “scelto” di farlo per le morti da influenza perché più conveniente.
Nell’ultimo decennio abbiamo avuto dei precedenti di epidemie annunciate come catastrofiche, che danno adito al sospetto che questi allarmi siano volontariamente suscitati per interessi politici(distrazione e intimidazione di massa) ed economici:
2001, anno dell’antrace (carbonchio) - VS invasione dell’Afghanistan - indagini sull'11 settembre
2002, anno della “terribile” S.A.R.S. (sindrome respiratoria acuta) - VS invasione dell’ IRAK
2009, anno della “influenza/pandemia suina/A” virus H1N1 – VS effetti crisi economica globale.
Possiamo aggiungervi il 1997, anno di sperimentazione delle armi sanitarie di distrazione di massa, l’influenza aviaria (l’influenza dei “polli”) doveva sterminare milioni di persone nel mondo e invece non fece pressochè nulla (250 morti in 10 anni); sulle tv di tutto il mondo abbiamo visto la quotidianità di decine di milioni di persone terrorizzate con la mascherina bianca sulla bocca. La stessa influenza “aviaria” fu riproposta nel 2005 , l’OMS terrorizzò la popolazione prevedendo 7 milioni di morti; alla fine si registrarono 262 decessi!!!
Nel 2001, subito dopo l’11 settembre le spore del carbonchio furono inviate mediante posta ai rappresentati democratici del Congresso USA e ad altre persone: milioni di americani per mesi giravano con le mascherine sulla bocca, terrorismo quotidiano sugli organi di informazione e poi…1 o 2 morti accertate (con dubbi).
Si scoprì poi che queste spore, del ceppo “Ames” furono fatte uscire direttamente dal laboratorio militare di Fort Detrick nel Maryland, ed erano in produzione anche nel laboratorio CIA di Dugway. Distrazione da che? Dall’invasione dell’Afghanistan? Dall’approvazione negli USA delle leggi limitanti le libertà individuali come le Patriot Act I e II , o per rinviare la formazione della commissione d’inchiesta sull’attentato dell’11 settembre, la cui dinamica cominciava a diventare sospetta? Nel 2002 è stata la volta della S.A.R.S., la sindrome respiratoria, che doveva proseguire l’opera devastatrice dell’aviaria. Dati alla mano, su 8.100 casi ci sono stati 774 morti in tutto il mondo, il che indica una mortalità molto bassa, ben inferiore all'influenza ordinaria. Distrazione da che? Nel 2002 ha avuto luogo la grave invasione dell’Irak, invasione che gran parte del mondo non condivideva e che anzi contestava. Quale distrazione migliore che una malattia respiratoria acuta e facilmente trasmissibile?
Nel 2009 è la volta dell’influenza suina, che sembra essere partita dal Messico; le vittime sono nell’ordine solo di alcune centinaia. Distrazione da che? Dalle conseguenze della più grave crisi economica di questi ottant’anni e dalla crisi di un modello sociale sempre più lontano dai bisogni delle popolazioni? Sei licenziato, precario, senza futuro, con difficoltà ad arrivare a fine mese? Non preoccuparti, potrebbe capitarti di peggio, per esempio morire per l’influenza A. “Evita la folla e gli assembramenti di piazza (manifestazioni di protesta comprese), potresti contagiarti; stai a casa e soffri in solitudine”:questo il messaggio implicito che ci viene passato.
A fine inverno potremo fare i conti e verificare se le vittime dell’influenza sono state nella norma e quindi se abbiamo assistito ad un ulteriore tentativo di intimidire e distrarre la popolazione con una arma sanitaria di distrazione di massa.
Dopo l’aspetto “politico” di questa influenza H1N1–A andiamo a approfondirne gli aspetti “economici” e quelli più specificatamente sanitari.
ASPETTI ECONOMICI
Ipotesi: e se queste campagne di paura della pandemia influenzale fossero abilmente orchestrate per far realizzare grandi profitti alle grandi aziende farmaceutiche multinazionali? Si prenderebbero due piccioni in una volta: distrazione e intimidazione di massa da una parte e grandi profitti dall’altra. Come le guerre. Solo per il vaccino si prevede in tutto il mondo un ordine di spesa di 10 miliardi di euro (1 miliardo di dosi ad un costo medio di 10 euro ciascuna), un giro d’affari enorme, forse senza precedenti per le grandi case farmaceutiche mondiali. Con due dosi a persona, verrebbe vaccinato il 10 % della popolazione mondiale. Per 48 milioni di dosi di vaccino(sufficienti a 24 milioni di persone), il governo italiano sta spendendo 400 milioni di euro di denaro pubblico. Ci sono grandi aziende farmaceutiche multinazionali che hanno fatto, fanno e faranno grandi profitti con queste pandemie annunciate, sia con i farmaci generici anti-influenzali (derivanti dal Tamiflu) sia coi vaccini precipitosamente preparati. Per gli anti-influenzali generici, le multinazionali Roche e Relenza (con royalties alla Gilead).
Per i vaccini, la Baxter(Celvapan), la GlaxoSK(Pandemrix), la Novartis(Focetria) e all’ultimo la francese Sanofi Aventis. Nella spartizione internazionale dei profitti, l’Agenzia Europea per i Medicinali ha raccomandato alla Commissione Europea di autorizzare la messa in vendita di due vaccini contro il virus A (H1N1), prodotti dai laboratori della Novartis e della GlaxoSmithKline (Gsk).
Durante l’ultima campagna di paura sull’influenza aviaria (che , ricordiamo, ha provocato 250 morti in 10 anni), le case farmaceutiche Roche e Relenza fecero milioni di dollari di lucro vendendo milioni di dosi di Tamiflu: la sola Italia ne conserva ben 40 milioni di dosi. Vi ricordate Donald Rumsfeld, il Segretario di Stato di Bush, gran direttore dell’invasione dell’Irak e dell’uso sistematico della tortura ad Abu Graib e Guantanamo, costretto poi alle dimissioni? Lo stesso Rumsfeld presidente della Halliburton, multinazionale che ha fatto ingenti profitti prima con la distruzione dell’Irak e poi con la sua “ricostruzione”. Ebbene, è stato anche il direttore e principale azionista dell’azienda farmaceutica Gilead Sciences Inc. che produsse e brevettò il “Tamiflu” , presunto rimedio anti-influenzale. Il brevetto del Tamiflu (originariamente Oseltamivir) è stato poi venduto dalla Gilead alle aziende farmaceutiche Roche (Svizzera) e Relenza/Biota (Australia), conservandone però il diritto a sostanziose royalties. Curiosa coincidenza, il mese prima che scoppiasse ”improvvisamente” l’influenza suina in Messico, il presidente francese Sarkozy era proprio lì, accompagnato dai rappresentanti della azienda farmaceutica francese Sanofi Aventis che annunciarono l’accordo con le autorità messicane per la costruzione di uno stabilimento di produzione di vaccini anti-influenzali; successivamente la Sanofi Aventis ha preso accordi con l’OMS per lo studio e produzione di vaccini anti-influenza suina; che casualità...Viene il sospetto che tra l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) e le grandi multinazionali farmaceutiche vi sia una complicità con divisione dei compiti: una lancia l’allarme e le altre fanno i profitti. Naturalmente c’è da sperare che non sia vero, ma i precedenti cominciano ad essere troppi. Se il decorso dell’influenza A dimostrerà che è stato suscitato un allarme esagerato e fuori luogo e che la spesa per la più grande vaccinazione di massa dell’umanità (in realtà solo del 10%, prevalentemente quella occidentale) è stata superflua, allora dovremmo riflettere su perché tale spreco di risorse economico sanitarie quando l’umanità è afflitta da ben più mortali malattie (malaria, tbc, dissenteria) che avrebbero potuto essere debellate con un sottomultiplo della spesa effettuata per garantire profitti alle solite multinazionali.
CARATTERISTICHE DEL VIRUS
A detta di alcuni ricercatori che sostengono di avere isolato e studiato il virus dell’influenza A, esso contiene tre geni, umano,aviario e suino; il virus risulta essere stato propagato dall’uomo al suino (e non viceversa);in particolare il gene riassortante PB1 progenitore (virus H3N2) è di origine umana e circola da vent’anni negli USA. Ricercatori e direttori medici, tra cui l’australiano J.Watson e l’americano J.Carlo, sostengono che il virus è stato prodotto in laboratorio negli Usa; la motivazione è che la mutazione del virus è stata più veloce di quanto avverrebbe naturalmente.
Tra i 500 tipi e sottotipi di virus capaci di infettarci, il virus dell’Influenza A ha un test di verifica e di attendibilità solo tra il 10 e il 60 %. La OMS a luglio ha interrotto le ricerche sui test, per la loro scarsa affidabilità.
I FARMACI ANTI-INFLUENZALI
Negli ultimi anni sono particolarmente diffusi alcuni farmaci anti-virali derivati dal Tamiflu quali l’Oseltamivir e Zanamivir ora distribuiti dalle casa farmaceutiche Roche e Relenza; farmaci che non prevengono l’influenza ma che ne riducono lievemente la durata. L’Oseltamivir somministrato ai bambini in GB ha causato nel 40% di essi sintomi gastrointestinali e nel 18% sintomi neuro-psichiatrici. I vaccini anti-influenzali generici hanno effetto solo su un terzo dei vaccinati e sono inutili per i bambini sotto i due anni.
I RISCHI DELLA VACCINAZIONE
Il vaccino specifico contro l’influenza A non ha avuto tempo di essere sufficientemente testato e sperimentato. Questo è ancora più preoccupante in quanto stiamo per assistere, secondo gli esperti, alla campagna di vaccinazione più massiccia della storia dell'umanità. Genera ancor più preoccupazione ed allarme il fatto che le aziende produttrici abbiano chiesto ed ottenuto, per la prima volta, la non punibilità in caso di azioni legali per conseguenze nocive e danni collaterali di chi si vaccina; il Congresso americano (su proposta di Sebelius, Segretario alla Salute) ha infatti da poco votato la totale immunità delle aziende farmaceutiche produttrici del vaccino.
Salisbury, il direttore del Gruppo Immunizzazioni dell’OMS, è colui che ha consigliato all’OMS di dichiarare la pandemia influenzale; nel suo passato fu un sostenitore delle vaccinazioni di massa in GB, vaccinazioni che produssero gravi effetti collaterali in molti bambini tanto che Giappone, Svezia e poi Canada misero fuori legge quel vaccino. Ma il più grave precedente di vaccinazioni influenzali avvenne nel 1976 proprio in USA e proprio contro un virus influenzale del ceppo H1N1: vi fu una campagna nazionale con 40 milioni di vaccinazioni (seguita poi da migliaia di richieste di danni collaterali), la pandemia non ebbe mai luogo, in compenso vi furono 25 morti e migliaia di casi di paralisi a causa del vaccino.
Il vaccino ora in distribuzione contiene antigeni provenienti da influenza A e B prelevati da sottotipi umani, suini,canini, equini, e aviari; nella registrazione del brevetto di un vaccino contro l’H1N1 già l’anno scorso, una delle due aziende mondiali produttrici, la Baxter (l’altra è la GlaxoSK) scrisse testualmente “la tossicità potrebbe dipendere dall’organismo del soggetto destinatario e può variare da una assenza di tossicità al massimo grado di tossicità
E’ ulteriormente sospetto che quel vaccino sia stato brevettato in anticipo rispetto ai tempi di conoscenza del ceppo influenzale.
Dai dati scientifici finora disponibili risulta che la vaccinazione contro l'influenza stagionale non ha alcun effetto contro l'influenza A/H1N1.
L’unica influenza con carattere pandemico fu la “spagnola”, anch’essa del ceppo H1N1, che comparve nel 1918 al termine della prima guerra mondiale e nel decennio successivo provocò alcune decine di milioni di morti (a quel tempo non esistevano però gli antibiotici). Solo da poco il ceppo virale della “spagnola” è stato rinvenuto ed isolato, ed è in possesso di un laboratorio militare degli Stati Uniti, ad Atlanta. Diversi ricercatori sostengono che l’influenza colpì chi si vaccinò (da verificare).
Nel foglietto esplicativo ai vaccini in distribuzione sono i indicati gli effetti collaterali rari stimati in circa 1-10 casi su 10000 e comprendono:
vaccino Focetria (punto 4.8 del documento illustrativo): neuralgia, parestesia, convulsioni, trombocitopenia transitoria, reazioni allergiche, shock (traduzione dal documento informativo)
vaccino Pandemrix: stessi effetti collaterali.
Gli effetti collaterali molto rari sono stimati in numero minore di 1 su 10000 persone vaccinate e comprendono: Focetria (punto 4.8): sindrome di Guillain Barré (malattie in cui è possibile il decesso o infermità permanenti), disordini neurologici, encefalomielite (traduzione dal documento informativo) e complicanze di altro genere Pandermix: stessi effetti collaterali.
La legislazione italiana prevede il risarcimento per danni procurati dalle vaccinazioni (legge 210/92); è necessaria comunque una perizia medico-legale da parte di un esperto.
I RIMEDI ANTI-INFLUENZALI
Per curare l’Influenza A, come per l’influenza stagionale che si sovrapporrà, occorre: riposo, buona idratazione, alimentazione ricca di frutta e verdura (in particolare cipolla cruda, aglio, limone, arancia), igiene adeguate (mani spesso pulite in particolare), evitare di toccare con le mani la bocca, il naso, gli occhi (porte d’ingresso dei virus) e di tossire e starnutire addosso ad altri, insieme alla solita prevenzione naturale con vitamina C, ed echinacea (per potenziare gli anticorpi)
Come si distinguerà la "suina" dalla “stagionale” quando l’influenza inizierà il suo corso e causerà milioni di malati? Vista l’inaffidabilità dei test per l’influenza A-H1N1, non sono al momento distinguibili.

domenica, ottobre 11, 2009

A proposito di puttane...


24 settembre 2009

Usiamo lo stile di Travaglio. E’ così di moda e di successo. Chissà che non si riesca anche noi, nel nostro piccolo, a diventare tanto famosi da guadagnarci un bel contratto in Rai. Un sogno che inseguiamo fin da bambini.
A proposito di puttane e puttanopoli. Alcuni giornalisti italiani lanciano il ricorrente allarme: “siamo in un regime”. Non c’è libertà di espressione, c’è la censura, le nostre idee sono minacciate. Poveretti. Come li capisco. Vorrebbero scrivere che il popolo italiano paga una tangente chiamata “interesse sul debito pubblico” di oltre 70 miliardi di euro, e la paga ad una associazione a delinquere fatta di banche e banche centrali, “criminali che andrebbero processati per crimini contro l’umanità, tra i quali Draghi (parole di Elio Lannutti dell’Italia dei Valori)”.
Ma nessun editore permette ai valorosi giornalisti italiani di scrivere su questi temi così importanti. Così le nostre migliaia di “penne libere”, gli alpini della verità, i Santoro, Travaglio, Floris, Colombo, Maltese, Giannini, Padellaro, Mauro, Beha e compagnia cantando, sono costretti a negare il giusto risalto a notizie come quella sull’assoluzione di Angelo Rizzoli, depredato dalla solita banda di banchieri, pescecani, affaristi, malavitosi ed alti prelati. I nostri eroi, impegnati nella crociata contro Silvio il Saladino, schierati sul fronte opposto, ovvero a favore della lobbie che gli contende il potere, cioè il sottopotere, hanno ignorato la notizia sulla vera storia del gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, che oggi appartiene ai soliti noti parassiti, e che secondo giustizia non dovrebbe essere loro, perché è stato illegalmente e con modalità truffaldine sottratto ad Angelo Rizzoli. Il quale, giusto per continuare a parlare di puttane, puttane vecchie, navigate ma ancora in servizio, è stato incarcerato dai soliti magistrati al servizio dei potentati economici, al fine di distruggerlo, nel fisico e nella mente, al solo scopo di sottrargli il patrimonio di famiglia. In quei giorni, Gianni Agnelli, con la freddezza tipica dei rettili e la finezza di uno scaricatore di porto, chiamò Rizzoli appena uscito dal carcere per dirgli: “Siamo nel mondo degli affari dove vale la legge della giungla: il più forte vince il più debole. E lei, dottor Rizzoli, in questo momento è il più debole”. Questo era il raffinatissimo “principe” dell’aristocrazia piemontese: un magliaro (definizione estratta da Dagospia)! Lo stesso magliaro che fu l’idolo dei giornalisti italiani per mezzo secolo, il Papi ante litteram, visto che anche lui “cantava canzoni napoletane” alla diciottenne (e chissà da quanto tempo, forse da quando era minorenne) Monica Guerritore, come sapevano in tanti anche se mai nessuno osò scriverlo. “Con la vicenda Corriere ho perso 26 anni di vita - prosegue Rizzoli”. “Mio padre ci è morto d’infarto nel 1983, mia sorella Isabella, la più piccola, si è suicidata nel 1986. Mi hanno incarcerato tre volte e portato in cinque carceri diverse. Porto i segni sulla pelle di quello che mi hanno fatto”.
Ma non state in pensiero, amici miei. Ora arriva Padellaro e sistema tutto, con l’aiuto di Colombo e Travaglio, e a quanto sembra anche Massimo Fini. Cosa ci farà in mezzo a queste scarpe vecchie è un mistero, è ovvio che li lega solo l’odio per Berlusconi. Tuttavia, mentre quella di Fini è un’avversione ideale e culturale, quella dei soliti noti ha il suo nucleo negli interessi di parte, la sponda di De Benedetti e della finanza vampirica italiana ed internazionale, la stessa che sussurrava all’orecchio di Ciampi, Amato e Prodi, e che non vede l’ora di liberarsi di Berlusconi e Tremonti e di quei cafoni dei leghisti. Credo che Massimo Fini durerà poco in questa compagnia di vecchie combattenti del marciapiede, giusto il tempo di farsi censurare qualcosa sull’Afghanistan e sull’Iraq, vista la presenza dei filo-israeliani e filo-americani Colombo e Travaglio. Ciò non di meno attendiamo con trepidazione di poter leggere che il comparto bancario italiano (insieme a tutto quello occidentale) impedisce autentiche indagini per conoscere le vie finanziarie del riciclaggio del mondo della droga. Scopriremo che alcune multinazionali vendono inspiegabilmente medicine cancerogene, che il latte artificiale è dannoso per i nostri bambini, che l’Europa paga la tangente agli USA per non volere autorizzare il commercio di carne agli estrogeni.
A proposito di puttane, puttane di lunga carriera, travestite da verginelle, questi non scriveranno niente di tutto questo, se non nella solita maniera generica, pavida ed alibistica con la quale si sono creati la fama di “Ernesti sparalesti” della verità, senza mai e dico mai scrivere qualcosa contro i veri poteri. D’altronde sono gli stessi cresciuti e pasciuti all’epoca del consociativismo, della spartizione delle tre reti Rai, una alla Chiesa, una ai socialisti ed una ai compagni e compagnucci. A proposito di vecchie zoccole e delle loro notti accanto al fuoco, questi sono gli stessi che si sono scaldati per decenni accanto ai fuochi del clientelismo, delle raccomandazioni, delle lobbie, degli amici degli amici. La loro ennesima, squallida, povera campagna di terz’ordine contro Berlusconi non è degna di passare per battaglia per la libertà. La libertà di stampa in Italia non esisteva prima di Berlusconi e non esisterà dopo. E quando si potrà tornare a scrivere liberamente, non sarà certo per merito loro. A proposito di puttane, quelle di Berlusconi, al cospetto di queste vecchie baldracche, sono delle educande dodicenni che studiano in un collegio di orsoline.


Marco Francesco De Marco

venerdì, ottobre 09, 2009

12.000 euro al mese per la "Trota"

da IL FATTO QUOTIDIANO
articolo di Sandra Amurri

Renzo Bossi: incarico da 12.000 euro al mese


La lega, si sa, è sempre stata contraria all'odioso nepotismo di "Roma Ladrona" ed assolutamente estranea al clientelismo tipico della cara e vecchia Dc (e diciamo pure di ogni partito politico esistente).
Il partito del Carroccio, anche questo è risaputo, ha sempre fatto della coerenza la sua più gran virtù e, difatti, Calderoli si è subito precipitato a far la pace con la Chiesa; ribadendo le sue radici cristiane (il fatto che si fosse sposato con un paganissimo "rito celtico" è un trascurabile dettaglio). Umberto Bossi, da sempre un convinto anti-meridionalista, si è sposato invece una siciliana e, sempre lo stesso Senatùr, promotore dell'inferiorità culturale dei terroni, ha visto il figliolo Renzo bocciato per ben tre volte all'esame di maturità. Il monumento alla coerenza della predica, però, i bravi Leghisti lo hanno eretto solo qualche giorno fa; nominando proprio il piccolo e neo-diplomato Renzo Bossi membro di un "osservatorio" dell'Expo di Milano (che i più maliziosi considerano creato ad hoc per far guadagnare qualche soldino a "Bossino").
Non solo: il Senatùr ha pensato proprio a tutto e, per sistemare al meglio il suo ram(pollo), ha fatto in modo che, l'altro campione leghista di ottime prediche e pessimi razzolamenti Francesco Speroni, nominasse suo portaborse in Europa indovinate chi? Ma è semplice: Renzo Bossi.
Lo stipendio mensile di questo diplomato che è già "Team Manager" della Nazionale Padana sarà di "soli" 12.000 euro. Ma non scandalizzatevi, signori: non prendetevala se voi, poveri plurilaureati 30enni, dovete vivere con 1000 euro al mese e, questa "trota" (così lo definisce affettuosamente il papà) guadagnerà 12 volte di più. Del resto, chi parla di plateale ed intollerabile caso di nepotismo, non conosce il fulgido curriculum del preparatissimo Renzo Bossi. Lo riassiumiamo di seguito per buona pace dei lettori.
- Bocciato tre volte all'esame di stato
- Team manager della Nazionale Padana
- Inventore e promotore di "Rimbalza il clandestino"
Insomma: 12.000 euro netti mensili strameritati.

Cloridrato di alluminio e cancro al seno

Il cloridrato di alluminio sarebbe la causa di numerosi cancri al seno.
Una specialista in biologia cellulare, Gabriela Casanova Larrosa dell'università in Uruguay ha scritto questa spiegazione sulle origini del cancro al seno:
"Qualche tempo fa ho assistito ad un seminario che trattava del cancro al seno. Al momento delle domande-risposte, ho chiesto perché l'ascella è il posto dove si sviluppa maggiormente un cancro al seno. Allora non ho ricevuto risposta alla mia domanda, ma ho appena ricevuto una lettera che risponde alla mia domanda, e desidero condividerlo con voi.
La causa principale del cancro al seno è l'utilizzo di ANTI-TRASPIRANTI. La maggioranza dei prodotti sul mercato sono una combinazione di anti-traspiranti e deodoranti.
Guardate, la composizione dei prodotti che avete in casa. Se ce ne sono che contengono *cloridrato di alluminio* (anche i deodoranti) bisogna buttarli via e trovare altre marche che non hanno componenti a base di alluminio. Ce ne sono sul mercato..
Il corpo umano ha solo poche zone suscettibili di eliminare le tossine: dietro alle ginocchia, dietro alle orecchie, tra le gambe e le ascelle. Le tossine vengono eliminate sotto forma di sudorazione. Gli anti-traspiranti impediscono questa sudorazione,
quindi EVITANO la missione del corpo che consiste nell'eliminazione delle tossine attraverso le ascelle. Queste tossine non scompaiono. Sono trattenute nelle ghiandole linfatiche che si trovano sotto alle braccia.
La maggioranza dei cancri al seno iniziano in questa regione superiore al seno.
Gli uomini sono meno suscettibili di sviluppare questo tipo di malattia perché anche se utilizzano anti-traspiranti, questi vengono trattenuti in superficie dai peli delle ascelle e non vengono applicati direttamente sulla pelle.
Le donne che si rasano sotto le ascelle accrescono il rischio di piccole ferite causate dalla lametta e applicando questo prodotto subito dopo la rasatura permettono ai prodotti chimici di penetrare più facilmente nel corpo.
Per favore, informate tutte le donne e gli uomini che conoscete! Il cancro al seno prende proporzioni veramente allarmanti!
Se con questa nota, possiamo evitarne qualcuno.. Grazie
Per favore, permettete a questa nota di continuare a fare il giro del mondo! E' la nostra candela per la lotta contro il cancro."