lunedì, luglio 04, 2011

Democrazia diretta: come si scrive una costituzione

La nuova Costituzione dell’Islanda sta nascendo grazie a internet a Facebook e YouTube

giovedì 30 giugno 2011 di Umberto Calabrese 

Tratto da: http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article17574


In Islanda dalla crisi economica del 2008 che ha mandato in bancarotta buona parte del Paese qualcosa è cambiato. E questo cambiamento passa anche dalla nuova carta costituente, una Costituzione 2.0: in Islanda a luglio termineranno i lavori, ma quotidianamente le bozze vengono condivise con i cittadini attraverso Facebbok e Twitter. Inoltre su è disponibile un canale video e attraverso Flickr si possono avere contributi fotografici.

L’Islanda sta rinascendo grazie a internet ed ai social network. Il lavoro della commissione costituzionale viene infatti condiviso quasi in tempo reale attraverso YouTube e compagni, così che ogni articolo della bozza possa ricevere input e correzioni dal popolo della rete. Tutto questo, in un Paese di 320 mila persone dove il 60% degli abitanti possiede un profilo su Facebook vuol dire, più’ o meno, il popolo tutto.
La bozza su cui stanno lavorando i venticinque membri dell’assemblea costituente viene regolarmente aggiornata e pubblicata online, con l’invito rivolto ai cittadini a inviare commenti e suggerimenti, alcuni dei quali già assimilati all’interno del testo in corso d’opera. Anche i lavori della stessa Assemblea sono pubblici e possono essere seguiti in diretta sulla rete: un rinnovamento digitale a 360°.
È proprio su Facebook social network che ogni decisione presa sulla nuova “carta costituzionale” viene messa al “vaglio” della popolazione. Gli islandesi possono così valutare quanto appena deciso, e proporre eventuali modifiche o suggerimenti, che verranno poi eventualmente valutati dalla stessa commissione.
Gli aggiornamenti “in tempo reale” delle sedute, non si fermano solamente al “canale” Facebook (o Twitter), ma vengono messi “in rete” anche attraverso altre piattaforme “virtuali” e, soprattutto, “sociali”.
I video relativi alle riunioni sono infatti caricati direttamente su Youtube, mentre le immagini migliori trovano la loro diffusione su Flickr.
La tecnologia, in tal caso, viene usata come mezzo di accesso “diretto” al processo decisionale da parte degli utenti della rete.
Una “sperimentazione”, quella dell’Islanda, che potrebbe fare quindi da “apripista”, per eventuali azioni simili anche in altre parti del mondo.
La nuova Costituzione on line è dunque l’atto che sancisce un mutamento politico incessante e prepotente, una vera rivoluzione, il culmine di un desiderio di partecipazione che restituisce davvero la res-pubblica ai legittimi proprietari.
L’Islanda non ha mai posseduto una costituzione propria, perché all’atto della proclamazione della Repubblica, l’isola si dotò della carta danese, ovviamente emendata ad hoc in quel passaggio che consegna l’autorità, invece che al re, al presidente della Repubblica.
La rivoluzione passata nel silenzio più assoluto sta arrivando alla Costituzione 2.0 che è stata preceduta da un lavoro preparatorio encomiabile.
I venticinque costituenti che siedono in Parlamento da novembre 2010 sono stati eletti in base a requisiti elementari: la maggiore età e il sostegno di 30 persone. Tutti tranne i minorenni e gli eletti nazionali, in pratica: si sono presentati in 522, e venticinque di loro sono ascesi agli onori pubblici. Dalle linee guida emerse in questi giorni, si possono già elencare alcuni principi cardine della Costituzione secondo gli islandesi: separazione tra Chiesa e Stato, la nazionalizzazione di tutte le risorse naturali e una chiara separazione di potere esecutivo e legislativo.
Particolarmente sentiti, dopo la crisi del 2008 ed il tentativo di scippo delle solite multinazionali a caccia di business, sono i temi ambientali.
È prevista infatti nella nuova Carta una totale tutela del patrimonio paesaggistico dell’Isola, che vanta più di ottanta tra parchi, monumenti naturali, riserve paesaggistiche e rifugi faunistici.
L’Islanda ha il miglior indice ambientale del 2010: qualità dell’aria, utilizzo delle risorse idriche, forestali, sfruttamento della pesca, biodiversità e agricoltura, sono quanto di meglio c’è nel pianeta in termini di qualità e sostenibilità. Attualmente governa una coalizione di sinistra formata da socialdemocratici, femministe ed ex-comunisti.
Il 27 giugno a Bruxelles si sono aperte le trattative per l’ingresso dell’Islanda nell’Unione europea - I dossier più complessi: pesca e Icesave (la banca online fallita sulla scia di Lehman Brothers).
l’Islanda potrebbe diventare il ventinovesimo membro Ue in un paio di anni (la Croazia entrerà nel 2013). Il piccolo Paese nordico gode infatti di una legislazione largamente in linea con quella europea, dato che già fa parte del See, lo spazio economico associato all’Ue che raggruppa anche Norvegia e Liechtenstein.
L’Islanda ha una popolazione di soli 300mila abitanti, meno di Malta, ma mantiene un’importanza strategica per Bruxelles, legata alle sue grandi distese di acque territoriali: le più pescose del pianeta e oggi di sfruttamento esclusivo dei pescatori islandesi.
Una situazione destinata a cambiare in caso di entrata nell’Ue: la condivisione delle risorse ittiche si annuncia pertanto il dossier più spinoso per l’opinione pubblica islandese, che potrebbe rifiutare l’adesione in un referendum.
Ma a complicare le trattative ci sarà anche il caso Icesave, la banca online fallita sulla scia di Lehman Brothers. Reykjavik deve restituire 3,8 miliardi di euro ai depositanti di Olanda e Regno Unito, ma il piano di rimborso è stato bocciato in ben due referendum dai contribuenti islandesi, sui quali avrebbe pesato un debito di 12mila euro pro capite.
Proprio la doppia crisi bancaria e valutaria che ha investito l’isola nel 2008 è all’origine dell’attuale processo di adesione. Il modello di sviluppo basato sul credito facile e la spregiudicatezza finanziaria si è rivelato insostenibile, sollevando il dubbio se una nazione così piccola possa cavalcare l’onda della globalizzazione e allo stesso tempo restare al di fuori dell’UE e dell’euro. Prima del prossimo decisivo referendum, gli islandesi hanno ancora del tempo per riflettere sui pro e i contro dell’integrazione con il resto del Continente.
Ma il popolo islandese invece di preoccuparsi, si sta dotando di una rivoluzionaria Costituzione alimentata dalla rete, e potrebbe anche contenere un articolo in cui non sarà previsto nessun rimborso, e l’UE che farà? Certo un popolo che come quello siciliano ha il primato del primo parlamento moderno. Infatti, intorno all’anno Mille si trovano resoconti di assise in Islanda (l’Alþing), nelle isole Isole Far Oer e nella Sicilia normanna. In Sicilia si evolse in parlamento legislativo intinerante con prima sede a Mazzaro del Vallo e poi Taormina, ecc...Ma fu nel 1130 con al convocazione delle Curiae generales da parte di Ruggero II a Palermo, nel Palazzo dei Normanni con la proclamazione del Regno di Sicilia che si può parlare di primo parlamento in senso moderno.
Ma senza ombra di dubbio l’Islandesi come i siciliani intorno all’anno mille fecero una prima rivoluzione democratica con assemblee popolari, in Islanda la storia si ripete e nei dintorni del 2011 si danno una Costituzione popolare e democratica usando le moderne Agorà di Facebook e You tube...
Nell’Isola di Islanda è in atto la prima sommossa democratica del millennio e nell’Isola di Sicilia i giovani hanno le Forchette rotte e non sono né grillini, né cretini ma guardano al futuro rivendicando il diritto di non far più mangiare a nessuno il proprio futuro... in Spagna il popolo è in piazza in quanto non è merce per banchieri e politici... in Grecia le piazze sono in fuoco... credo che per le democrazie plebiscitarie e i loro leader, per il consumismo esasperato, le banche e le ideologie dell’800 e ’900 il sipario stia per calare, il mondo ha fame di democrazia, perché la democrazia è l’unica forma, imperfetta quanto si vuole, ma è il senso della nostra vita!

domenica, luglio 03, 2011

Debito Nazionale degli Stati Uniti in tempo reale

U.S. National Debt Clock : Real Time

Operazione Italia



Tratto da:  http://anonops-ita.blogspot.com/2011/06/comunicato-30062011.html
 

Operation Italy

Target:

www.telecomitalia.it

Comunicato

All'attenzione dei cittadini del mondo,

Anonymous ha deciso di attaccare ancora e lo fa colpendo Telecom Italia
Anonymous vuole una rete libera e cmbatte da sempre per la libertà i internet nel mondo.

In Italia da un po' di tempo la situazione è critica, ci sono dei filtri applicati al p2p che limitano la banda dell'utente

Noi siamo Anonymous
Noi non perdoniamo
Aspettateci sempre

Fonti:
http://computerflorence.blogspot.com/2011/02/telecom-italia-minaccia-il-p2p.html

Crisi, coppia vive in auto da 8 mesi

Tratto da: http://www.rainews24.rai.it/it/foto-gallery.php?galleryid=154311


Da otto mesi, una famiglia di Messina ha trasformato una Fiat 600 nella propria dimora perchè non puo' permettersi di pagare un affitto. L'auto che funge da casa si trova nel parcheggio Pistonina, nei pressi di un supermercato. Oltre a Salvatore Castorina, 41 anni, e alla moglie Veronica Li Causi, 24, di origine romana, nell'auto dorme pure una cagnetta, dalla quale i coniugi non vogliono assolutamente separarsi.
L'uomo, che come la moglie è stato abbandonato dalla famiglia, ha perso il lavoro qualche mese fa e da allora la coppia ha dovuto lasciare l'appartamento di via Marco Polo, dove abitava, ed è stata costretta a dormire in auto. Per sfamarsi si è appoggiata alla Caritas, ma non solo.

Un futuro spaventoso

Tratto da: http://www.megachip.info/tematiche/democrazia-nella-comunicazione/6416-un-futuro-spaventoso.html

di Massimo Fini.

Si avverte in giro, sotto le rutilanti bellurie che ogni giorno ci vengono ammannite per placare la nostra ansia, un desolante “sensus finis”. Non parlo qui dell’Italia che un tempo, molti secoli fa, fu un luogo importante e oggi è ridotta a uno sputo nell’universo mondo. Parlo dell’Occidente inteso non però in senso tecnico (del resto che cosa sia realmente l’Occidente, termine inquietantemente orwelliano, nessuno è mai stato in grado di precisarlo), ma come modello di sviluppo economico e sociale che ormai coinvolge il mondo intero, da New York agli Urali alla muraglia cinese al Gange.

La grande Rivoluzione che ha cambiato la storia del mondo ha preso le mosse circa otto secoli fa proprio dall’Italia quando si afferma per la prima volta come forte classe sociale la figura del mercante (oggi detto imprenditore) fino ad allora collocata, in tutte le culture d’oriente e di occidente, all’ultimo gradino della gerarchia umana, inferiore, perlomeno eticamente, persino allo schiavo.

È la Rivoluzione della percezione del tempo. Si passa dal quieto e statico presente al dinamico e allettante futuro. Lo storico Piero Camporesi esprime così, nel dualismo contadino/mercante, povero/ricco, questo diverso atteggiamento esistenziale: “L’affannoso tempo storico e lineare del mercante misurato sui ritmi della partita doppia, dei tassi di interesse e dell’investimento produttivo, non era il tempo dei contadini, serpentino, ciclico, ritmato dalle stagioni, dai soli e dalle lune… Il povero coniuga i verbi al presente, non conosce le lusinghe ingannevoli del futuro, contrariamente al ricco che costruisce strategie nel tempo tracciando precari piani e ipotetiche prospettive” (Cultura popolare e cultura d’élite fra Medioevo ed età moderna).

Per otto secoli abbiamo inseguito questo futuro orgiastico con accelerazioni sempre più parossistiche che passano per la Rivoluzione industriale e l’odierna globalizzazione che ha coinvolto, per amore o per forza, anche culture che non ne volevano sapere. Ed ora questo futuro è finalmente arrivato. È qui. E si presenta sotto forme spaventose. Un modello che ha puntato tutto sull’economico, rendendo marginali tutte le altre e complesse componenti dell’essere umano, provocando stress, angoscia, nevrosi, depressione, anomia, dipendenza da ogni sorta di droga per avere la forza di tirare avanti, fallisce anche, e proprio, sull’economico.

Le crisi si succedono alle crisi. E, invece di rifletterci su, vengono tamponate al solito modo: immettendo nel sistema denaro inesistente, cioè un’ipoteca su un ulteriore futuro tanto sideralmente lontano da essere solo una Fata Morgana. Ma un giorno, vicino, questo trucchetto da magliari non reggerà più. La gente, sia pur confusamente, lo avverte. Un modello basato sulle crescite infinite, che esistono solo in matematica, cioè nell’astrazione, quando non potrà più espandersi imploderà su se stesso provocando una catastrofe planetaria.

Probabilmente questo era il destino, ineludibile, di quell’arrogante specie animale che è quella umana. Elisabetta Pozzi conclude la pièce Cassandra che, col mio contributo, porterà in tournèe nei prossimi mesi, nel circuito teatrale estivo, con queste profetiche e agghiaccianti parole di Nietzsche: “In un angolo remoto dell’universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c’era una volta un astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza. Fu il minuto più tracotante e più menzognero della storia del mondo: ma tutto durò soltanto un minuto. Dopo pochi respiri della natura, la stella si irrigidì e gli animali intelligenti dovettero morire. Quando tutto sarà finito, non sarà avvenuto nulla di notevole”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, 2 luglio 2011.

Link: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/02/un-futuro-spaventoso/136077.